I servizi segreti: anarchici più pericolosi dei jihadisti

L'ultimo rapporto dell'intelligence: in un anno oltre 100 tra attentati e scontri rivendicati dall'estremismo rosso

I servizi segreti: anarchici più pericolosi dei jihadisti

L'allarme sul ritorno del fascismo e sulla violenza dell'estrema destra? Una fake news. O meglio, una pagliuzza rispetto a una trave grossa quanto una casa. E dal colore rosso. Già, perché la sinistra non fa altro che puntare il dito contro l'onda nera ma non si accorge che il vero pericolo costante e quotidiano in Italia è la galassia che va dagli anarchici ai centri sociali passando per antagonisti e collettivi studenteschi. Lo hanno scritto nero su bianco i Servizi di intelligence nella relazione annuale del 2017 trasmessa al Parlamento.

Una decina di pagine dedicate alla minaccia anarco-insurrezionalista considerata più tangibile di quella jihadista. Nell'anno passato infatti gli ambienti più radicali dell'eversione rossa hanno colpito undici volte in sette città italiane. Come? Pacchi esplosivi, attentati incendiari e danneggiamenti a Genova, Torino, Modena, Olmeneta (Cr) e Firenze. Senza dimenticare il ritorno sulla scena della Federazione anarchica informale con l'ordigno esploso davanti alla stazione dei carabinieri di San Giovanni a Roma lo scorso 7 dicembre.

L'estremismo antagonista si è infiltrato poi nelle mobilitazioni No Tav e No Tap, ma non solo. Nel dossier c'è spazio anche per le lotte di matrice «marxista-leninista» finalizzate «a tramandare alle nuove generazioni la memoria brigatista, nella prospettiva di contribuire alla formazione di futuri militanti». Dal 2017 a oggi si contano 99 casi di bombe, gazebo assaltati, scontri con la polizia e violenze di altro genere. In pratica un assalto ogni quattro giorni. Con un bilancio di 67 agenti feriti. Ma se si annoverano anche le minacce e le sassaiole dei No Tav, i feriti totali sono oltre cento: un vero e proprio bollettino di guerra.

Nel dossier degli 007 si fa anche una disamina del pericolo jihadista in tutto l'Occidente. Eppure in merito alla situazione italiana vengono scritte solo un paio di pagine. Sul documento si legge: «Nel 2017 non si sono registrate nuove partenze in direzione del teatro siro-iracheno fenomeno in linea con una generale riduzione dell'afflusso di aspiranti jihadisti verso quel quadrante e gli ulteriori casi di foreign fighters a vario titolo collegati con l'Italia nel contempo emersi sono da riferire per lo più a trasferimenti verso il campo di battaglia verificatisi in anni precedenti».

Più inquietante invece l'analisi dell'intelligence sugli anarchici: «È rimasta alta, nel corso dell'anno, anche l'attenzione in direzione della minaccia eversiva e dell'attivismo estremista. I circuiti anarco-insurrezionalisti si sono dimostrati determinati a rilanciare l'area sul piano operativo (...) Inoltre, campagne aggressive contro la repressione, e in solidarietà con militanti detenuti, hanno riproposto sintonie e sinergie tra ambienti anarchici italiani e omologhe realtà straniere, soprattutto greche e spagnole, tutti interessati a ribadire l'estensione del progetto eversivo al di fuori dei rispettivi confini nazionali». E ancora: «Il fronte antagonista resta composito, fluido e privo di un percorso comune. Iniziative di contestazione hanno riguardato soprattutto le politiche europee e i temi sociali, quali il lavoro e l'emergenza abitativa. Convergenze tra settori della sinistra antagonista ed area anarchica hanno concorso ad animare le proteste sul versante delle lotte ambientaliste.

Seppure declinato in forme diverse, un comune cavallo di battaglia si è rivelata la lotta alle politiche migratorie e al sistema di accoglienza e gestione dei migranti, tradottasi tanto in azioni dirette in puro stile anarchico quanto in manifestazioni di piazza».

E il «pericolo fascista»? Per i nostri 007 quello che la sinistra chiama «rigurgito» vale appena due paginette.

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