I Socialisti trovano l'intesa con Mélénchon. Ma il moderato Gluksmann per ora è fuori

A poco più di due settimane dal voto per il rinnovo dell'Assemblea nazionale, anche la sinistra tenta di trovare la quadra per presentarsi al voto più compatta che può

I Socialisti trovano l'intesa con Mélénchon. Ma il moderato Gluksmann per ora è fuori
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A poco più di due settimane dal voto per il rinnovo dell'Assemblea nazionale, anche la sinistra tenta di trovare la quadra per presentarsi al voto più compatta che può. Nelle scorse ore «un accordo di principio» è stato chiuso tra l'ultra-gauche della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon e i Socialisti, che con Comunisti e Verdi intendono ricomporre il «fronte popolare» contro le destre, sul modello della Nupes (Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale), la coalizione che era nata dopo le presidenziali del 2022 per federare la sinistra ma che si è poi sfaldata anche a causa delle posizioni estreme di Mélenchon, specie sul conflitto in Medioriente, su cui il tribuno della sinistra ha sposato posizioni pro-Hamas. Ecco perché resta fuori, almeno per ora - ed è uno dei paradossi di questo terremoto politico francese - Raphaël Glucksmann, artefice della resurrezione della sinistra moderata, che con l'Alleanza tra Socialisti e il suo movimento Place Publique ha ottenuto alle europee il 14%, ma che alle legislative non sembra volersi legare a coloro che considera gli impresentabili della gauche. Anche agli elettori di Glucksmann si è rivolto ieri il presidente francese Emmanuel Macron, facendo leva proprio sull'allergia all'estremismo, mentre il leader di Place Publique chiede al fronte popolare, in cambio della sua adesione, di allinearsi a una linea socialdemocratica ed europeista.

Secondo un messaggio inviato ai propri sostenitori dal Partito socialista, le circoscrizioni sono state ripartite a seconda delle percentuali di voto raggiunte: la France Insoumise avrà quindi 229 candidature, il Ps 174, gli ambientalisti di Eelv 92 e il Partito comunista 50.

Il messaggio precisa che «il lavoro essenziale sul programma è sempre in via di discussione» e non ci sarà «nessuna concessione sui nostri valori». Anche un esponente di Lfi ha annunciato che l'accordo sulla ripartizione delle circoscrizioni è stato trovato

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