La Procura di Firenze sta indagando su Alberto Bianchi, l'avvocato che finanziava lautamente la Leopolda di Matteo Renzi. L'accusa a suo carico è quella di "traffico di influenze illecite".
Inoltre, ora rischia l'accusa anche di finanziamento illecito per una parcella da 2 milioni di euro ricevuta dal gruppo Toto Costruzioni. Bianchi si difende, parlando di "consulenza" e di “legittima prestazione professionale”, ma gli inquirenti scavano per scoprire se non ci sia dell’altro sotto.
Incassato i due milioni, il presidente della Fondazione Open destinò 200mila euro alla sua realtà e altrettanti 200mila ai "Comitati del Sì", quelli che si battevano per il referendum del 4 dicembre fortemente voluto dall'attuale leader di Italia Viva.
Soldi, questi ultimi, versati a fondo perduto, come scrive LaVerità.
Se il finanziamento a Open è stato poi restituito praticamente in toto (190mila euro sui 200mila ricevuti), quello ai "Comitati del sì" è andato regalato, di fatto perso.Proprio per questa ragione, gli investigatori vogliono vederci chiaro e capire se quei 200mila euro non siano stati in realtà un modo illecito per ingraziarsi il cosiddetto "giglio magico" renziano.
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