I super missili russi? Un bluff. Ma si alza la tensione

La forza superiore della Nato serve alla trattativa, Mosca cerca di nascondere la sua debolezza

I super missili russi? Un bluff. Ma si alza la tensione

Quella ucraina è anche una guerra di notizie. Notizie che non vengono manipolate solo per motivi strettamente tattici e relativi al conflitto. Molte delle iniziative russe sembrano essere volte soprattutto a intimorire l'Occidente, la sua opinione pubblica, rispetto alla capacita di Mosca di colpire i Paesi Nato se fosse «costretta». Al centro di questa propaganda alcune armi: come il missile ipersonico Kh-47M2 Kinzhal. Il vettore, che è ancora largamente sperimentale, e di cui i russi non dispongono in grandi lotti, è assolutamente sproporzionato al compito di eludere i sistemi contraerei ucraini, è stato pensato come strumento d'attacco per poter colpire le portaerei americane ed eludere il sistema Aegis che equipaggia le più sofisticate navi Nato. Perché insistere, ripetutamente, sull'uso dell'arma mentre le forze di terra russe sono impantanate e moltissimi dei loro mezzi bloccati? Non certo per impressionare gli ucraini che, per altro, sono stati bersagliati con sistemi ipersonici russi, come l'Iskander da terra, e hanno pagato un prezzo altissimo quando l'esercito di Putin è riuscito a schierare in massa la sua artiglieria convenzionale. Sono i jet vecchiotti di Mosca il problema degli ucraini, lo hanno ripetuto all'Occidente in ogni modo.


Certe armi vengono menzionate, forse più di quanto vengano usate, prevalentemente per parlare all'Europa. Sono una reale minaccia per la Nato? La Nato ha attivato i piani di difesa e dispiegato 40mila militari «sul fianco orientale, insieme a importanti mezzi aerei e navali, sotto comando diretto», per citare le ultime decisioni prese a Bruxelles. La minaccia esiste, però esiste anche una chiara e inequivocabile sproporzione di forze tra l'Alleanza e Mosca. Il budget noto delle forze armate russe nel 2021 si aggirava attorno ai 62,2 miliardi di dollari (dati dell'International Institute for Strategic Studies), di cui circa la metà ingoiato dal mantenimento dell'apparato di dissuasione nucleare. Il budget degli Usa è stato di 754 miliardi. Da sola la Gran Bretagna spende più della Russia. Anche l'Italia che riflette sui limiti, soprattutto anagrafici, delle sue forze armate, arriva già ora a spendere (sempre secondo Iiss di Londra) 33,8 miliardi, vale mezza Russia.


Dal punto di vista degli armamenti la Nato vive meno di pubblicità (per la Russia il mercato estero delle armi è sempre stato vitale). Il missile ipersonico a lunga gittata Dark Eagle però è già stato testato due volte dalle forze armate Usa, il suo ingresso in servizio è previsto per l'anno prossimo. Contemporaneamente sono stati sviluppati armamenti con proiettili iperveloci che sono stati testati dalla Marina Usa nel 2019. Difficilissimi da intercettare e con sistema di guida verso il bersaglio. Un settore questo dove si registra anche la presenza di efficaci innovazioni italiane come le munizioni guidate Vulcano. Tutto questo mentre gli aerei Stealth occidentali consentono un dominio dell'aria quasi totale, settore in cui la Russia sta appena iniziando a schierare i primi velivoli operativi. Si tratta solo di esempi, si potrebbe spaziare dai droni Switchblade sino alle nuove armi anticarro che, infatti, per Mosca sono state devastanti. Certo non si può ridurre il grave rischio internazionale che il mondo corre a un elenco di armi su cui la Nato è in vantaggio o in svantaggio - sulla cyber guerra si corre ai ripari - sarebbe miope.

Però questa sproporzione, che la capacità di spesa denuncia, è fondamentale perché aiuta a interpretare la crisi. Potrebbe essere la fragilità, che Mosca cerca di nascondere, ad averla innescata, non la forza. E questo ha effetti anche sul piano diplomatico.

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