I tassisti in sciopero assediano Palazzo Chigi. Il Carroccio con loro: la riforma non è in agenda

Tutte le sigle sindacali contro l'articolo 10 del ddl concorrenza. Il ministro Bellanova apre a una norma che mantiene la distinzione tra auto gialle e Ncc

I tassisti in sciopero assediano Palazzo Chigi. Il Carroccio con loro: la riforma non è in agenda

Sono arrivati sin davanti a Palazzo Chigi, per qualche minuto alcuni sono riusciti a irrompere nella piazza forzando i blocchi della polizia, che poi li ha fermati e li ha fatti arretrare sotto il porticato della Galleria Alberto Sordi. Erano circa un migliaio i tassisti in corteo a Roma, accompagnati da slogan e fumogeni per protestare contro il Ddl concorrenza. Ma lo sciopero di 48 ore proclamato dopo l'incontro di due giorni fa tra i sindacati e il viceministro della Mobilità e i Trasporti Teresa Bellanova, si è esteso anche in altre parti d'Italia e continuerà oggi. Hanno aderito tutte le sigle sindacali per chiedere lo stralcio dell'articolo 10. Che prevede la delega al governo di riformare il settore con «l'adeguamento dell'offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l'interconnessione dei passeggeri e dei conducenti», (Uber, ndr) e contro «la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati». In commissione Attività produttive alla Camera è iniziato l'esame dei 400 emendamenti e secondo quanto si apprende da fonti parlamentari l'obiettivo della maggioranza sarebbe chiudere le votazioni entro la fine della prossima settimana, con l'approdo del testo in Aula che potrebbe avvenire nella terza settimana di luglio. Ma la Lega si schiera con la categoria: la riforma del trasporto pubblico non di linea non può essere fatta con una legge delega. «Questa materia è fuori dalle riforme previste dal programma di governo e rischia di diventare un tema altamente divisivo», dicono in una nota i deputati della Lega in commissione Trasporti, Elena Maccanti (capogruppo) ed Edoardo Rixi (responsabile dipartimento Infrastrutture).

«Siamo sempre più convinti attaccano le sigle che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un ddl concorrenza, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati». Ieri il viceministro Bellanova da un lato ha confermato che che «il governo non è intenzionato a fare lo stralcio dell'articolo 10 del ddl concorrenza» ma dall'altro ha aperto «a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare. Al tavolo di ieri con i sindacati dei tassisti ho invitato le parti a rinviare lo sciopero di oggi per continuare a lavorare e definire meglio il testo dell'articolo 10». Il responsabile nazionale di Unica Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe, dal palco di Piazza Venezia ha attaccato: «I tassisti sono un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni con un numero contingentamenti. Il tentativo che c'è dietro questa delega è dare in mano questo servizio alle multinazionali, fonte dello sfruttamento del lavoro altrui. Il governo ci pone la richiesta di una delega che rimandiamo al mittente».

Ma la stessa categoria è divisa. Da un lato Cgil, Ugl e Usb, all'altro Confartgianato e le cooperative. Confartigianato Taxi e Sna Casartigiani Taxi parlano di «Grande apprezzamento per le aperture» di Bellanova a redigere un nuovo testo che permetterebbe tra le altre cose «di rafforzare la tutela degli utenti, mantenere la distinzione tra taxi e Ncc rispetto all'utenza di riferimento e introdurre una disciplina specifica delle attività delle piattaforme».

Il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, evoca come soluzione l'accordo stretto lo scorso maggio tra Radiotaxi Roma e la compagnia di rider sharing, che prevede una percentuale del 6% per ogni corsa effettuata tramite

prenotazione sulla app del servizio taxi 3570, garantendo per tutti i soci di quest'ultimo un numero più elevato di chiamate. «La strada è già stata tracciata, l'intesa attuata. Basterebbe replicarla in ogni parte d'Italia».

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