Igor introvabile. E spuntano "sospetti" su altri delitti

Igor introvabile. E spuntano "sospetti" su altri delitti

Quattordicesimo giorno di ricerca, vigilia di Pasqua e sabato di passione: nelle campagne fra Ferrara e Bologna la guardia non si abbassa. Gli uomini delle forze speciali si alternano nelle ricerche, nel caldo di una primavera ormai feroce e implacabile e nella solitudine che sta desertificando anche i sentimenti. «Igor» - il nome in codice resta questo - non si trova. Eppure è qui: lo dicono nuovi elementi cui sono arrivate le indagini. Non solo non se n'è mai andato, non solo potrebbe avere ancora dei complici ma ora la Procura di Bologna lo ritiene definitivamente responsabile anche di un terzo omicidio, quello di un altro metronotte, Salvatore Chianese, ucciso a Savio, a fine del 2015. Allora «Igor» era già uscito dal carcere per la seconda volta, con uno sconto di pena di oltre un anno per una buona condotta che evidentemente aveva seguito solo fra le sbarre. Fuori, insieme alla «banda Pajdek» aveva ripreso a colpire nonostante due decreti di espulsione e un mandato di cattura europea per violenza sessuale in Serbia. Gli inquirenti indagano anche su un altro tentativo di rapina ai danni di un pakistano residente ad Argenta, nel ferrarese, che però non avrebbe denunciato l'episodio. Una decina di giorni fa, si sarebbe trovato di fronte «Igor» che, con un'ascia, aveva cercato di impossessarsi del suo furgone. Se confermata, questa ennesima aggressione sarebbe una vera beffa perché sarebbe avvenuta tra il 1° aprile (omicidio di Davide Fabbri) e l'8 aprile, giorno dell'agguato mortale alla guardia provinciale Valerio Verri, di cui oggi si tengono i funerali. La famiglia ha accettato la presenza delle istituzioni ci sarà il ministro Gian Luca Galletti ma non quella della stampa.

Mantenere i nervi saldi e ferma la speranza è sempre più difficile: quel gap di una settimana in cui a cercare «Igor» sono state più le forze territoriali e non quelle speciali potrebbe avergli dato un vantaggio importante.

Permettendogli anche di ricucire una rete di complicità: come poteva il Fiorino rubato, ora nelle mani del Ris, contenere generi alimentari e medicinali senza che nessuno lo abbia ne incontrato ne individuato nei filmati delle telecamere dei vari negozi della zona? Intanto la caccia a «Igor» procura un inevitabile danno anche economico: le attività del parco sono ferme; per Pasquetta è stata annullata una gita da Consandolo a un rifugio Cai del ferrarese per non intralciare le ricerche. Il sindaco di Molinella, Dario Mantovani, prova a rilanciare: «Il nostro è un territorio bellissimo, non siamo la foresta del Mekong». No, ma per «Igor» forse sì.

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