"Illogico eleggere un nuovo presidente senza l'intera maggioranza di governo"

Il senatore renziano: "Patto di legislatura se il premier va al Quirinale. La proposta spetta al centrodestra, ma rischiano di perdere l'occasione"

"Illogico eleggere un nuovo presidente senza l'intera maggioranza di governo"

Senatore Davide Faraone, il suo partito Italia viva vuole essere l'ago della bilancia nel voto per il Quirinale, ma Renzi prima spinge Draghi al Colle poi si dice disponibile a votare un candidato del centrodestra, non Berlusconi. Qual è oggi la vostra posizione?

«Per avere Draghi ci siamo spesi oltre ogni misura, convinti che fosse l'uomo giusto per governare il Paese in un momento difficile. L'anno che abbiamo di fronte rischia di esserlo ancora di più: sono fiducioso sulla pandemia ma bisogna gestire bene la fase economica e sociale, l'inflazione e la crisi energetica possono allontanare la fine del tunnel innescato dal Covid. La risposta giusta resta avere le persone giuste nei ruoli chiave: Draghi è una risorsa, sia al governo che al Quirinale ma noi questa idea non l'abbiamo cambiata mai. Il centrodestra, sulla carta hanno più grandi elettori. Spetta a loro la proposta, però rischiano di non sfruttare l'opportunità».

Perché il veto su Berlusconi? Siete allineati con Pd e M5s?

«Troverei sbagliato e fuori da ogni logica eleggere un presidente della Repubblica con una maggioranza inferiore a quella che ha votato la fiducia al governo Draghi. Su Berlusconi questi numeri non ci sono, e non ci sono neanche tra i partiti che dovrebbero proporlo. Serve una proposta autorevole e in grado di portare avanti i valori di europeismo, atlantismo e riformismo affermati da Mattarella. Dopodiché mi sento molto distante da certa sedicente sinistra intellettuale che vuole cacciare Renzi dal Parlamento, la stessa che ha pensato di sconfiggere l'avversario politico puntando sul giustizialismo e su una narcisistica quanto improbabile superiorità etica».

Lei è candidato sindaco a Palermo e qualcuno sospetta un accordo con il coordinatore di Forza Italia Micciché per sostenere Berlusconi al Colle in cambio dell'appoggio degli azzurri, dopo le prove per far nascere in Sicilia «Forza Italia viva». Tutte fantasie?

«Fantapolitica. Palermo è una città in dissesto finanziario e civile con lo scandalo di 900 bare che non trovano sepoltura, non ho intenzione di svilire una proposta di rinascita vera per una città che la merita con retroscena di accordi politici romani: ci sono centinaia di chilometri di giusta distanza da mantenere».

Se Draghi succedesse a Mattarella sarebbe possibile andare avanti con questa maggioranza o si dovrebbe andare al voto?

«Serve continuità, responsabilità e anche coraggio, che spesso manca. L'idea di buttare all'aria il lavoro fatto sul Pnrr mi farebbe vergognare di fronte ai giovani che hanno pagato le conseguenze della pandemia, vanno ristorati con la serietà e la stabilità. Mi pare saggia la proposta di Letta: se Draghi va al Colle serve un patto di legislatura».

Lei ha partecipato all'iniziativa a Napoli di Coraggio Italia-Cambiamo, componente del centrodestra, promuovendo la federazione tra le forze moderate. A che punto è il progetto e può avere un ruolo nelle trattative per il Quirinale?

«Ho partecipato anche al congresso di Azione. Com'è noto noi crediamo in un progetto riformista, centrale, unito sulla base di idee e valori comuni.

Se son rose fioriranno, ma penso che le forze liberali e riformiste avranno un peso nell'elezione del presidente della Repubblica, sulla continuità di questa legislatura e nell'affermazione dell'azione del governo Draghi anche nella prossima».

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