La vicenda del rapimento di Eitan da parte del nonno ricorda, per certi versi, «patologie relazionali» che hanno funestato i rapporti coniugali anche di personaggi da copertina. Come nel caso della celebre coppia Ilona Staller-Jeff Koons. Lei, ex pornostar di fama mondiale; lui artista statunitense tra i più celebri per le sue opere che illustrano ironicamente l'american way of life.
Le due star, 28 anni fa, ebbero un figlio: Ludwig Maximillian. Ma la sua nascita non servì a rinsaldare il rapporto, anzi ben presto divenne lo «strumento» per una serie di colpi bassi all'interno di un rapporto entrato profondamente in crisi dopo anni di amore all'insegna del glamour. Ludwig era piccolo quando cominciò ad essere conteso tra mamma Ilona e papà Jeff. Una storia amara. Prima Jeff rapì il figlio dalla casa romana di Ilona portandolo a New York; poi Ilona rapì Ludwig dalla casa americana di Jeff, riportandolo in Italia. Inevitabile lo strascico giudiziario con una serie di denunce e controdenunce da cui la signora Staller (nella foto col figlio) è uscita indenne solo perché al suo fianco c'è sempre stato un «avvocato del diavolo», come lo ha ribattezzato lei: il noto (anche al mondo del gossip) penalista, Luca Di Carlo, difensore - campeggia nel suo curriculum professionale - «del re del pop Michael Jackson e della famiglia di Pablo Escobar». Ma com'è potuto accadere che Staller e Koos arrivassero a «rubarsi» reciprocamente un figlio? «Non sono mai stata tutelata dallo Stato italiano - racconta al Giornale la ex parlamentare radicale -. In quella triste vicenda che mi ha riguardato ho subìto una serie di soprusi e ingiustizie che, ancora oggi, non riesco a dimenticare». «Sono molto addolorata del rapimento di Eitan - aggiunge l'artista -, per me è un ritorno agli incubi dell passato. La mia vita è stata una battaglia. In una triste notte di Natale mio figlio Ludwig fu portato via, negli Usa, da Jeff. Ero disperata, piangevo sempre». «Ma quando le speranze erano perse - aggiunge - ho incontrato sulla strada della mia vita un avvocato al quale, per un certo periodo, sono anche stata legata sentimentalmente. Con lui al mio fianco ho intrapreso nel 1993 un lungo processo, vincendo la causa penale internazionale di contesa per riavere mio figlio».
«Koons - aggiunge Ilona Staller - pretendeva 8 milioni di dollari in quanto padre sofferente, ma anche su questo fronte i giudici mi hanno dato ragione. Ora Ludwig vive con me, è una persona felice e realizzata.
Ma, quand'era piccolo, ha sofferto molto. Oggi sono felice di vivere insieme con lui e lui è felice di vivere con me. Spero che anche Eitan ritrovi al più presto la serenità perduta. Se lo merita. È un suo diritto. Il diritto di tutti i bambini».
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