Imbarazzi e giravolte sul sindaco Sala. Quella strana coppia Renzi-Gelmini

La kermesse di Azione-Iv piena di transfughi di Forza Italia. Quando il ministro accusava l'ex premier di sfasciare i conti

Imbarazzi e giravolte sul sindaco Sala. Quella strana coppia Renzi-Gelmini

«Un centro c'è già, è Forza Italia. Finita la pandemia tornerà lo scontro politico fisiologico tra differenti visioni del mondo e della politica» le parole con cui ministro (ancora di Fi) Mariastella Gelmini solo sei mesi fa archiviava come fantapolitica le ipotesi di un grande rassemblement dei moderati. Come si cambia. Ieri al Palazzo delle Stelline a Milano ha accolto con sorrisi e abbracci - e ormai come big di Azione - il leader di Italia Viva Matteo Renzi alla presentazione dei candidati lombardi del Terzo Polo. Gelmini si candida al Senato dietro al capolista Renzi nei collegi lombardi P02 e P03 che corrispondono a Milano e Brescia e in tandem sono convinti di portare a casa «un risultato straordinario, nella regione del fare andremo ancora meglio del dato nazionale». Secondo i sondaggi per ora il centro annaspa sotto il 5%.

La strana coppia sotto lo stesso simbolo. «Renzi? Ha fatto una manovra che scassa i conti pubblici», «un terzo di impegni, un terzo di promesse e un terzo di speranze, il discorso pronunciato dal premier è un cocktail dal gusto indefinito» sono battute - pescate a caso - dell'ex colonnello di Fi contro Renzi quand'era presidente del Consiglio tra 2014 e 2016. Ora invece è convinta che «se Milano, la Lombardia, il Paese premiassero la proposta del Terzo Polo con il raggiungimento della doppia cifra, l'Italia sarebbe in sicurezza». E «il nostro non è un cartello elettorale, le elezioni del 25 settembre sono un primo tassello per una proposta politica che deve continuare anche dopo le elezioni». É una rimpatriata di ex Fi. La photo opportunity Renzi-Gelmini si estende alla senatrice Giusy Versace migrata in Azione o a Enrico Costa, che è stato ex ministro e deputato azzurro fino al 2020, e da vicesegretario di Calenda ha appena strappato la candidatura blindata a Milano (anche se è piemontese) che era stata promessa da Maria Elena Boschi all'ex sindaco Gabriele Albertini. Tutti insieme davanti al simbolo che a Milano è alleato con il Pd e sostiene il sindaco Beppe Sala. Tocca ricordare a Gelmini che da consigliera comunale di Forza Italia gli ha fatto opposizione dura in aula durante il primo mandato. Oggi precisa che «nei confronti di Sala abbiamo sempre avuto stima per alcune scelte, credo abbia fatto bene in riferimento al Patto sul Lavoro ma è più assente sul tema delle periferie, della sicurezza e le regole per il traffico. Alcune proposte ci piacciono e sono utili per Milano, altre criticità continueremo a rappresentarle in Consiglio comunale». Renzi smonta anche la liason tra Sala e Luigi Di Maio. «Non ho mai pensato che Beppe si candidasse con Di Maio, hanno provato a vendere la pelle dell'orso senza chiedere a Sala. E nessuna persona che gode della mia stima si potrebbe candidare con Impegno Civico, è sotto l'1%. Di Maio faceva il grande rivoluzionario ma è finito dai gilet gialli a Tabacci». Anche se il suo ultimo pensiero va al segretario del Pd Enrico Letta che «non ne ha azzeccata una neanche per sbaglio, ha fatto percorso netto.

O fai l'Agenda Draghi o l'Agenda Fratoianni che vuole abolizione dei jet privati, mi spiace vedere il Pd nella mani dei populisti». Se ne riparla il 26 settembre, quando si comincerà a parlare di alleanze per le Regionali e Gelmini-Renzi potrebbero ritrovarsi al tavolo persino con Fratoianni.

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