Immigrati, la Merkel se ne frega: non invia mezzi nel Mediterraneo

Solo otto Paesi Ue inviano mezzi per l'operazione Frontex: "Così non è abbastanza". La Merkel non muove un dito

Immigrati, la Merkel se ne frega: non invia mezzi nel Mediterraneo

L'Europa volta le spalle all'Italia. E la lascia sola ad affrontare l'emergenza immigrazione. Nonostante le promesse del ministro dell'Interno Angelino Alfano, sono pochissimi i Paesi dell'Eurozona a contribuire alla missione Frontex. Un manipolo di appena otto Stati ha, infatti, messo a disposizione i mezzi necessari a bloccare l'ondata di clandestini che dal Nord Africa punta verso le coste italiane. E tra questi non c'è la Germania.

A sentir parlare Alfano Bruxelles ha "rafforzato le capacità operative di Frontex". Solo sulla carta, però. Perché solo otto Stati membri hanno messo a disposizione mezzi tecnici per l'operazione Triton. Così, il materiale non basta. Tanto che, nelle ultime ore, il direttore esecutivo dell'agenzia Gil Arias si è visto costretto a lanciare una nuova richiesta sperando in "una maggiore partecipazione". La disponibilità è arrivata da Finlandia, Spagna, Portogallo, Islanda, Olanda, Lettonia, Malta e Francia. Tra questi balza subito all'occhio l'assordante assenza della Germania. Da mesi la cancelliera Angela Merkel accusa Roma di non fare abbastanza per contrastare gli sbarchi degli immigrati. Eppure, quando si è trattato di fare la propria parte, si è subito tirata indietro. La Germania si è, infatti, limitata a mettere a disposizione di Frontex il personale specializzato. Non è certo abbastanza per una emergenza epocale che, dall'inizio dell'anno, conta oltre i 120mila arrivi.

"Dai primi di novembre partirà l’operazione congiunta Triton al cui avvio corrisponderà la fine progressiva di Mare Nostrum - ha ricordato Alfano - il rafforzamento di Frontex oggi sembra legato all’intervento nel Mediterraneo, ma in realtà si tratta di un precedente virtuoso per un eventuale intervento più forte, speriamo non necessario, su tutte le altre frontiere europee, a partire da quella dell’Est". Sul fronte del Mediterraneo, però, l'agenzia non ha mezzi a sufficienza per garantire un regolare pattugliamento sull'intero fronte. L’agenzia prevede, infatti, un impiego mensile di due navi d’altura, due imbarcazioni, quattro motovedette, due aerei e un elicottero. "Considerando la vasta area operativa - spiega il direttore esecutivo Arias - la sorveglianza aerea avrà un ruolo chiave che permetterà individuazioni immediate".

Per l’operazione Triton, che ha un budget di 2,9 milioni di euro, Frontex opererà sotto il comando ed il controllo delle autorità italiane e lavorerà in stretto coordinamento con la Guardia di Finanza, la Guardia costiera e la Marina. Ma, se questo è il contributo dell'Unione europea, non promette niente di buono.

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