Promossi e con un bel «9» in comportamento. Probabilmente i primi a essere rimasti sorpresi saranno stati proprio loro, i due «impallinatori», quello che materialmente sparò i pallini di gomma in faccia alla prof durante l'ora di scienze rischiando di farle perdere un occhio e il suo compagno che filmò la scena per diffonderla poi sui social. Ma dopo di loro, sicuramente, a essere rimasti di sasso e anche forse, parecchio risentiti, saranno stati tutti gli altri ragazzi di tutte le altre scuole che, magari, si sono visti recapitare un misero «6» o un enigmatico «7» motivato dai suoi prof con una «partecipa in modo discontinuo e/o marginale alle attività didattiche». È l'autonomia delle scuole che, dentro a un quadro di massima stabilito dal ministero, poi valuta con suoi particolari criteri la «partecipazione», le «relazioni» con compagni e docenti, il «rispetto delle consegne». Ora, va bene l'autonomia, ma il «9», comunque lo si giri, in qualche modo certifica «il rispetto scrupoloso delle norme che regolano la vita scolastica», magari non dappertutto con queste parole ma sicuramente con questo senso. Difficile associarlo a chi porta in classe una pistola, o a chi la imbraccia, spara, ghigna, fa il video, posta e righigna volendo far ghignare, mettendo alla berlina una persona. I fatti risalgono a ottobre scorso, ma questi sono i giorni di pagelle. All'Istituto tecnico Viola Marchesini di Rovigo a quanto pare quando è giunto il momento di tirare le somme, i fatti dell'11 ottobre hanno contato quasi zero. «Fin dall'inizio abbiamo sottolineato che si trattava di un episodio circoscritto - afferma Nicola Bergamin, l'avvocato difensore di uno degli studenti al Corriere del Veneto - Il ragazzo ha avuto 9 in condotta e la media dell'8. Il suo impegno è stato confermato da tutti gli insegnanti: siamo soddisfatti per lui, non è stato facile, un singolo episodio rischiava di compromettere tutto». E qui comunque ci sarebbe da discutere di quale «tutto» stiamo parlando. Se la prestazione scende così tanto a patti con la morale ci si chiede quali cittadini stiamo formando. Può il «rendimento», l'8 in filosofia o anche il 9 in matematica, servire a pareggiare il conto? Di fatto, il provveditore scolastico di Padova - Rovigo, Roberto Natale sottolinea: «Non so in maniera effettiva se i ragazzi siano stati bocciati o meno, ma sono sicuro che, nel caso, la scelta sia dovuta al loro rendimento. Infatti i provvedimenti presi nei loro confronti per il fatto che li ha coinvolti non hanno mai previsto, da parte della scuola, bocciature o sospensioni basate sul voto in comportamento. Si è preferito, invece, intraprendere un percorso educativo interno, facendo svolgere ai ragazzi servizi a favore dell'istituto, seguiti da insegnanti ed educatori». I legali di Maria Cristina Finatti intanto si dicono pronti a effettuare la richiesta di accesso agli atti, per risalire ai documenti scolastici che attestino le valutazioni. «Quando avremo la conferma formale della promozione - dicono gli avvocati dell'insegnante, Tosca Sambinello e Nicola Rubiero -, come del fatto che, a quanto ci risulta, le sospensioni non sono mai state applicate saremmo pronti ad aggiornare subito della situazione il ministro Valditara».
Il quale però, si schiera subito dalla parte degli esterrefatti: «Rispetto l'autonomia di ogni scuola, tuttavia la scelta di dare 9 in condotta a chi ha aggredito una professoressa mi lascia sorpreso, anche per il messaggio diseducativo che ne può derivare. La scuola è presidio imprescindibile di educazione al rispetto. Ho chiesto una relazione dettagliata sulle motivazioni che hanno condotto a questa decisione».
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