Controlli meno punitivi sulle imprese e rateizzazione più lunga delle cartelle esattoriali per i contribuenti in difficoltà. Il Consiglio dei ministri approva due decreti legislativi in attuazione della delega alla concorrenza e alla riscossione tributaria. Il ministro della funzione pubblica, Paolo Zangrillo (nella foto), parla di un «cambio di paradigma nei rapporti tra enti controllanti e imprese, in una logica di semplificazione e di collaborazione». Meno ispezioni e più mirate, con un taglio al sovrapporsi di norme e provvedimenti che, sostiene il ministro, «negli anni anziché contrastare la corruzione l'hanno favorita». Il decreto prevede l'istituzione del «fascicolo d'impresa», contenente uno storico con tutti i controlli già subiti dall'azienda e la documentazione già fornita, in modo che chi controlla, di fatto, sappia cosa andare a controllare. E «in modo che il controllo sia ispirato non alla ridondanza ma alla logica del once only», dice Zangrillo. È previsto poi un meccanismo premiale. Le imprese controllate che si dimostrino in regola verranno «esonerate per 10 mesi dalla stessa tipologia di controlli - precisa il ministro - Così vengono incentivate ad avere comportamenti virtuosi».
Il cuore del pacchetto è però l'introduzione del «principio dell'errore scusabile», spiega Zangrillo. Cioè nel caso in cui venga riscontrata una irregolarità per cui sia prevista una sanzione inferiore ai 5mila euro, viene data all'impresa la possibilità di sanare l'errore senza incorrere nella multa. Quanto alle cartelle esattoriali, il viceministro all'economia Maurizio Leo annuncia il potenziamento graduale della rateizzazione, che crescerà dalle attuali 72 rate a 120, ma, nel contempo, una stretta sui tempi di riscossione da parte dell'agenzia delle Entrate. Agenzia che avrà 5 anni di tempo per riscuotere, e se al termine non avrà avviato alcuna azione di recupero, il carico tornerà all'ente creditore, «ma partirà un procedimento amministrativo per capire perché non siano riusciti ad adempiere al compito», spiega Leo. Basterà invece da parte del cittadino un'autocertificazione di uno stato di difficoltà per richiedere l'aumento delle rate con cui saldare la pendenza. Per i debiti sino a 120 mila euro la rateizzazione nel 2025 e 2026 passerà da 72 a 84 rate, a 96 nel 2029 e a 100 rate nel 2031. Nel caso in cui il contribuente possa anche dimostrare in modo documentale lo stato di indigenza, potrà accedere alla rateizzazione da 120 rate già dal 2025.
E ieri, nella cabina di regia del Pnrr, il ministro Raffaele Fitto ha ricordato che «l'Italia è il primo Paese Ue ad aver ricevuto il
pagamento della quinta rata», pari a 11 miliardi, e «ad aver richiesto quello della sesta rata», 8 miliardi di euro. Sul tavolo ora ci sono lo stato di attuazione dei 69 obiettivi della settima rata da 18,2 miliardi di euro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.