Come ogni semplificazione che si rispetti, anche l'omonimo decreto porta con sé il proprio fardello di complicanze, alcune anche costose. È il caso dell'obbligo di posta elettronica certificata (Pec) cui dal primo ottobre, cioè da dopodomani, «tutte le imprese, già costituite in forma societaria» dovranno assolvere «se non hanno già provveduto a tale adempimento».
La mail certificata con valore legale è stata originariamente pensata proprio per facilitare i rapporti con le pubbliche amministrazioni in quanto garantendo l'identità del mittente e del destinatario evita i famigerati pellegrinaggi da un ufficio all'altro. L'obbligo di Pec per le aziende non è una novità (la norma è in vigore dal 2008), ma se fino a oggi la mancata osservanza comportava una sospensione dell'invio pratiche al Registro delle Imprese, da dopodomani cambierà tutto. Alle società che al primo ottobre ne saranno sprovviste ne verrà fornita una d'ufficio, ma dovranno pagare una sanzione da 206 a 2.064 euro. Per le imprese individuali la sanzione è compresa tra i 30 a 1.548 euro. Nel caso di iscritti a ordini professionali, dopo una prima diffida, si rischia la sospendere dall'albo. Nello scorso aprile gli indirizzi Pec registrati risultavano circa 11,3 milioni per un totale di circa 3,1 miliardi di messaggi, ma secondo le stime del Sole 24 Ore circa 1,7 milioni di imprese iscritte non hanno una Pec valida.
Tra le altre novità in vigore dal primo ottobre si registra anche l'aumento applicato a colf e badanti il cui contratto nazionale è stato rinnovato tre settimane fa. Si tratta di 12 euro lordi in più in busta paga a partire da gennaio per la categoria base (badanti a tempo pieno di persone autosufficienti). Aumenteranno da 3 a 6 centesimi l'ora i contributi obbligatori alle forme di assistenza peri collaboratori. Di questi 5 centesimi finanzieranno forme di welfare per il personale e 1 cent andrà ad assicurazioni contro la non autosufficienza dei datori di lavoro.
Occorre, infine, ricordare che
da dopodomani l'Inps non rilascerà più il pin per l'accesso al proprio sito Internet (resteranno validi quelli in essere). Dal 28 febbraio 2021 tutti i rapporti con la Pa si effettueranno tramite l'identità digitale Spid.
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