Incertezza, gli elettori si rifugiano nel centrodestra

Le intenzioni di voto sono "paralizzate". Ma i piccoli spostamenti marginali premiano la coalizione di Fdi, Fi e Lega

Incertezza, gli elettori si rifugiano nel centrodestra
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Per quanto riguarda i leader internazionali testati, vince il presidente Macron che porta anche in Italia esattamente la quota di fiducia che ha in Francia, piuttosto superiore al 30% e piuttosto «stabile» nell'immagine dell'italiano medio. Quanto agli altri presidenti o primi ministri, risultano tutti inferiori al presidente Macron e alcuni di loro, in particolare quelli che stanno combattendo, hanno punteggi bassi che a loro volta tendono a discendere.

Tra i «discendenti» c'è anche la figura del presidente degli Usa, Donald Trump, che ha perso molto in questi ultimi giorni «tassando il mondo» e quindi anche noi, gli italiani (a questo proposito potrei aggiungere un mio giudizio di economista: una perdita annua in termini reali non superiore al 2% del nostro PIL che, in ogni caso, potrebbe essere scambiata mentalmente con la sensibile diminuzione della nostra popolazione di pari entità. Questo tipo di informazione deriva da una situazione confusa in termini di fattori di regresso dell'economia diversamente interpretabili a seconda di chi li legge.

In definitiva, non ci sarà nessun crollo evidente di Pil per l'Italia, perdere il 2% del Pil significa ristagnare, non recedere).

Passiamo adesso alla lettura di ciò che avviene in Italia.

Guardando le intenzioni di voto non c'è nessun cambiamento significativo né a destra né a sinistra: i numeri delle intenzioni di voto sembrano essere «paralizzati» dagli eventi.

In un certo senso, gli spostamenti marginali sono più positivi nel centrodestra che nel centrosinistra, a ogni modo la paralisi numerica sembra indicare che, se c'è «tempesta» in atto o probabile, uno cerca di nascondersela e di confermare anche nel voto le abitudini pregresse.

In conclusione, rivolgo un ultimo commento agli eventi che hanno calamitato l'attenzione dell'opinione pubblica in questa settimana: il catastrofico terremoto in Myanmar conquista un triste primato accaparrandosi l'attenzione di oltre il 50% degli italiani e relegando alle retrovie la pur presente e legittima preoccupazione della popolazione per l'aumento dei dazi da parte degli Usa, che si attesta al 12% e il conflitto Russia-Ucraina che si ferma al 9%.

Ritornando all'ambito politico, posso dire che la vicenda dell'arresto di Marine Le Pen, accusata di appropriazione indebita di fondi pubblici, non ha toccato particolarmente la sensibilità del nostro campione, citata solo dal 4% dell'opinione pubblica.

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