Incontro Draghi-Meloni. Il premier legittima Fdi (che già lo vede al Colle)

Mario al Quirinale sarebbe un "ombrello" con l'Ue se Giorgia dovesse vincere le elezioni

Incontro Draghi-Meloni. Il premier legittima Fdi (che già lo vede al Colle)

Un'ora di colloquio a Palazzo Chigi, a certificare un rapporto di reciproco rispetto. Non solo delle diverse posizioni politiche, ma anche dei differenti ruoli istituzionali. Con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che non ha problemi a legittimare Giorgia Meloni come leader dell'opposizione. Che ha sì, anche spesso, punti di vista molto diversi da quelli del premier. Ma che in questi mesi ha sempre seguito un approccio mai urlato, senza strizzare l'occhio alla propaganda che punta a solleticare la pancia del Paese. «Responsabile», direbbero a Palazzo Chigi, dove c'è chi ha trovato molto più scomposte alcune delle ultime uscite di importanti leader della maggioranza.

Non è un caso che in questi mesi i due si siano più volte confrontati, magari al telefono o più spesso con scambi di messaggi. Un dialogo che ieri è sfociato in un lungo incontro che i rispettivi staff definiscono «molto positivo». «Cordiale, franco e con un interlocutore interessato e disponibile», spiega Meloni a favore di telecamere appena esce da Palazzo Chigi. Aggiungendo che con Giuseppe Conte «non aveva mai avuto» un confronto così. Un faccia a faccia «lungo e proficuo», fa sapere l'entourage del premier.

D'altra parte, nonostante le distanze, Draghi e Meloni non sono ostili. Il primo apprezza il fatto che la leader di Fratelli d'Italia sia l'unico interlocutore che non le pone problemi di equilibri politici o di nomine, quelle richieste che per forza di cosa arrivano necessariamente dai partiti della maggioranza. L'ex numero della Bce, che per dieci anni (1991-2001) è stato direttore generale del Tesoro, sa bene quanto la pratica possa essere complessa ed è una cosa che lo affatica non poco. Un problema che con Meloni non esiste, per l'approccio del leader di Fdi e anche perché essendo all'opposizione sono temi su cui ha poca voce in capitolo. Anche ieri, infatti, Meloni si è seduta elencando una serie di punti a suo avviso critici - riaperture, misure anti-Covid, ripresa economica e sociale del Paese - con il premier che l'ha ascoltata e preso appunti.

Ma c'è - va detto - anche una questione squisitamente politica su cui i due, per ragioni evidentemente diverse, convergono. Ed è la corsa al Quirinale che si aprirà a febbraio del 2022. Sembra lontanissimo, ma in verità mancano otto mesi. E Meloni non vede affatto male una possibile candidatura di Draghi. Per il rapporto di stima e rispetto reciproco che i due hanno instaurato, ma anche perché la leader di Fratelli d'Italia sa benissimo che se il centrodestra dovesse vincere le prossime politiche, l'Ue sarebbe pronta a mettersi di traverso. La corsa, nel caso, sarebbe tra lei e Matteo Salvini. Anche se proprio ieri un sondaggio Agi-YouTrend dava Fdi in costante crescita: al 19,4% contro il 21,5 della Lega. Una rincorsa che va avanti da mesi e che, questa è la convinzione di tutti dentro Fratelli d'Italia, al più tardi dopo l'estate si concluderà con il sorpasso. Meloni si muove esattamente in questa prospettiva e sa bene che se dovesse essere lei a prendere più voti e, dunque, ambire a Palazzo Chigi, non le basterebbe il profilo internazionale che - con molta lungimiranza - si è andata costruendo in questi ultimi anni. Un percorso culminato con l'elezione a presidente del partito dei Conservatori e riformisti europei, a cui aderiscono il Conservative Party di Boris Johnson e il Republican Party di Donald Trump.

L'ombrello di Draghi - e della considerazione che ne hanno all'estero (e soprattutto a Bruxelles) - sarebbe fondamentale in uno scenario in cui la Meloni ambisce a Palazzo Chigi. Lo sa bene anche l'ex numero uno della Bce. Che sul fronte Colle non dice ovviamente una parola, anzi.

Ma che è ben consapevole del fatto che se la sua candidatura al Quirinale fosse sostenuta dall'unico partito di opposizione, nessuno nella maggioranza potrebbe sfilarsi. Con buona pace delle eventuali elezioni anticipate.

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