Uno per tutti, tutti per uno. I tre "moschettieri" si sono visti oggi a Roma e quel che si sono detti lo si può solo immaginare. Enrico Letta, Luigi Di Maio e Beppe Sala sono stati, nel pomeriggio di oggi, i protagonisti di un incontro a porte chiuse spifferato dapprima da fonti parlamentari e confermato poi dai diretti interessati. La corsa alle urne, del resto, sta richiedendo ai suoi partecipanti di accelerare il passo a sinistra, questo, significa una sola cosa: organizzarsi per ostacolare il centrodestra. Consapevole delle debolezze della propria compagine politica, il leader dem delle ultime ore ha dato l'impressione di volerle tentare tutte, ma proprio tutte. Dal corteggiamento con Calenda, all'apertura verso nuovi e possibili partner.
In quest'ottica si può dunque leggere l'odierno incontro tenutosi a Roma: un faccia a faccia incentrato, a quanto si apprende, proprio sulle future strategie da adottare per comporre una "gioiosa macchina da guerra" progressista. Letta, da parte sua, ha intenzione di andare fino in fondo, anche per collocarsi come il capofila del variegato rassemblement ormai in fase di composizione. Di Maio ha invece la necessità di trovare uno spazio nel quale poter contare dopo l'addio ai 5S. E Beppe Sala? Il ruolo del sindaco di Milano è ancora tutto da definire. Lo stesso primo cittadino, a seguito dell'incontro con i due esponenti politici, ha fatto sapere di non essere interessato a una propria candidatura.
"Sto solo cercando di dare una mano, è chiaro che Letta è il segretario di un partito che per me è un riferimento, pur non essendo il mio partito. È un amico da tanti anni, quindi più che altro volevo capire la situazione", ha affermato il sindaco di Milano. E ancora: "Io non sarò parte di questa partita ma questo l'ho detto molte volte. Da qua a disinteressarmi per un momento così delicato per questo Paese ce ne passa". In ogni caso, Sala un compito lo avrà e sarà quello di offrire il proprio sostegno alla costituenda coalizione. In che modo, esattamente, non è dato saperlo: forse, ipotizza qualcuno, mettendo in campo la propria rete di contatti politici trasversali all'area di sinistra e giocando quindi un ruolo da aggregatore.
Sul meeting tentosi a Roma, anche Di Maio ha espresso una certa soddifazione. "Con Letta e Sala abbiamo avuto un buon incontro, in cui Sala ha chiarito che intende restare sindaco di Milano, ma darà supporto alla coalizione che va definendosi. Affronteremo le elezioni col massimo della responsabilità, anche perché la crisi che ha fatto cadere Draghi è stata generata dal palazzo e non dai cittadini", ha affermato il ministro degli Esteri, proiettato a sua volta nella retorica da campagna elettorale. La stessa che da giorni sta ispirando anche le uscite pubbliche e le comunicazioni social di Enrico Letta.
"Mai come in queste elezioni il voto italiano sarà il più determinante di sempre nella storia europea. Il voto darà un risultato chiaro e andrà in una direzione o nell'altra, il pareggio non è contemplato. Non c'è pareggio, o vince l'Europa comunitaria o quella dei nazionalismi", ha dichiarato il segretario dem nella relazione alla direzione nazionale alla Camera.
Al di là dei toni epici utilizzati, i sondaggi favorevoli al centrodestra uniti alle mosse in corso a sinistra descrivono la situazione assai più nitidamente. Uno per tutti, tutti per uno: diversamente, i progressisti temono la dissoluzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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