Industria in caduta libera (-3,4%). Ma il Pil per adesso tiene il ritmo

Allarme dall'indice Rtt di Confindustria, brusco dietrofront del Nord-Ovest. L'ultimo trimestre 2024 dovrebbe comunque segnare un leggero recupero

Industria in caduta libera (-3,4%). Ma il Pil per adesso tiene il ritmo
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L'industria si conferma l'anello debole dell'economia tricolore. Lo spaccato più recente lo offre Confindustria e le cattive notizie riguardano ancora una volta la manifattura a cui si aggiunge momentanea una battuta d'arresto per il settore dei servizi, che risulta comunque in espansione su base trimestrale. Il «Real Time Turnover Index» (Rtt) sulla crescita dell'economia italiana, elaborato dal centro studi di Confindustria, mostra a livello aggregato un calo del fatturato delle imprese a novembre (-3,4%) con le maggiori riduzioni nei servizi e nell'industria, mentre continuano a crescere moderatamente le costruzioni. Nonostante il calo di novembre, l'indicatore Rtt suggerisce per il quarto trimestre una dinamica positiva (+2,1% acquisito), dopo il calo registrato nel trimestre precedente (-1,3%). Il calo nell'industria (-5,1%) va ad «annullare quasi per intero l'aumento di ottobre». Differente la situazione nei servizi, sempre in flessione a novembre, ma la correzione al ribasso (-3,7%) è meno forte del balzo segnato il mese precedente. Pertanto, la variazione acquisita per l'ultimo trimestre del 2024 è negativa per l'industria (-0,9%), ma positiva per i servizi. Si muove invece in territorio espansivo il segmento delle costruzioni che prosegue la fase di moderato aumento (+0,9%).

L'indice di Confindustria evidenzia anche una debolezza relativa delle grandi imprese (-4,2%), dopo il balzo di ottobre, con cali più moderati per quelle piccole (-1,6%) e medie (-1,8%). Lo spaccato per macro aree evidenzia una maggiore sofferenza del Nord-Ovest (-5,4%), seguito dal Centro (-2,3%), mentre sono meno pronunciate le variazioni di Nord-Est (-1%) e Sud (-0,7%). La variazione acquisita nel 4° trimestre resta positiva in tutte le aree.

Tutto sommato una fotografia che conferma quanto già visto durante tutto lo scorso anno, con la manifattura sotto pressione (la produzione industriale risulta in contrazione tendenziale da ventuno mesi consecutivi) e i servizi a fare da traino alla crescita. «I servizi rimangono resilienti e anche le costruzioni continuano a beneficiare del Pnrr e della coda finale del superbonus 110», spiega al Giornale il chief Italy economist di Oxford Economics, Nicola Nobile, che per gli ultimi tre mesi del 2024 vede il Pil italiano segnare una crescita tra lo 0,1 e lo 0,2% su base trimestrale, riprendendo quindi il percorso di crescita rispetto all'andamento piatto del terzo trimestre. Volgendo lo sguardo al nuovo anno, si può ipotizzare una leggera accelerazione in termini congiunturali anche se permangono rischi al ribasso soprattutto in funzione della ripartenza della manifattura. Oxford Economics si allinea con le ultime stime di Bankitalia vedendo l'economia tricolore strappare una crescita poco inferiore all'1%, in area 0,8 percento. «Il 2025 dell'industria europea, e in cascata di quella italiana - argomenta Nobile - potrebbe trovare sponda nella ripartenza della domanda da parte dei consumatori, grazie alla forza del mercato del lavoro, un'inflazione più bassa e quindi un reddito reale che cresce».

Senza dimenticare che l'Ue dovrebbe trovare sponda in una Bce sempre più accomodante. E tassi di interesse più bassi - già lo scorso anno sono scesi dal 4 al 3% - possono contribuire a dare fiato nel corso dell'anno all'attività economica.

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