Ingegneri, geologi e architetti: "L'equo compenso promuoverà l'eccellenza dei lavori pubblici"

La riforma del codice dei contratti: tra le novità più rilevanti, spicca l'applicazione del principio dell'equo compenso

Ingegneri, geologi e architetti: "L'equo compenso promuoverà l'eccellenza dei lavori pubblici"
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Il correttivo al Codice dei contratti pubblici, approvato lunedì scorso dal Consiglio dei ministri, segna un passo avanti nel settore delle opere pubbliche. È quanto osservano i consigli nazionali degli architetti, dei geologi e degli ingegneri in una nota congiunta. Tra le novità più rilevanti, spicca l'applicazione del principio dell'equo compenso, fondamentale per garantire la qualità delle prestazioni professionali. Il correttivo stabilisce un limite massimo del 20% alla riduzione dei compensi negli affidamenti diretti e introduce meccanismi che premiano l'offerta tecnica rispetto a quella economica, mantenendo l'equilibrio nelle gare pubbliche. Altre misure includono la possibilità per le stazioni appaltanti di considerare l'esecuzione di contratti analoghi nei dieci anni precedenti e l'uso di coperture assicurative per dimostrare i requisiti economico-finanziari. Altrettanto importante aver meglio definito il partenariato pubblico - privato, che rappresenta uno strumento fondamentale nella gestione delle opere pubbliche e nell'intercettazione di capitali privati. Di pari rilevanza l'aver definito, con specifico allegato, le procedure di revisione dei prezzi, per evitare applicazioni anomale e disomogenee, nonché contenzioso.

Tuttavia, destano preoccupazione l'obbligo del premio di accelerazione, che talvolta porta a esecuzioni affrettate, e il mancato contrasto al subappalto a cascata. Il decreto, conclude la nota, «rappresenta un passo avanti per una maggiore certezza nell'esecuzione dei lavori pubblici, frutto della collaborazione tra istituzioni e professionisti tecnici».

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