Iniezione doverosa. Scelta responsabile

La campagna vaccinale nel nostro Paese è impegnata in una dura battaglia contro il virus e le varianti. Intanto l'iper-informazione televisiva sul Covid stanno radicalizzando le posizioni a discapito della reale comprensione problemi.

Iniezione doverosa. Scelta responsabile

di Raffaele Landolfi*

La campagna vaccinale nel nostro Paese, tra polemiche varie su temi medici o ideologico-politici, è impegnata in una dura battaglia contro il virus e le varianti. Intanto l'iper-informazione televisiva sul Covid, i dibattiti tra posizioni distanti e ancor di più gli scontri sui social o in piazza, stanno radicalizzando le posizioni a discapito della reale comprensione problemi. In particolare, vi è confusione sulla sicurezza e l'efficacia dei vaccini e sui diritti doveri di ognuno. Certamente la campagna ha risentito negativamente di rari ma gravissimi casi di trombosi post-vaccinica e di più di un errore di scelta strategica e comunicativa. Le polemiche hanno alimentato non poco la confusione creando un clima di paura del tutto ingiustificato anche tra le molte persone che pur essendo sempre state favorevoli ai vaccini sono state risucchiate nel vortice delle fake news. Molte di queste persone manifestano delle perplessità legate ai rischi mutageni dei vaccini e al sospetto di interessi finanziari o di complotti internazionali volti a modificare la specie umana. Un altro elemento negativo sarebbe il fatto che i vaccini siano stati prodotti e sperimentati in tempi record, con tecnologie innovative.

Quindi una risorsa straordinaria che salverà moltissime vite e probabilmente anche l'economia mondiale viene demonizzata o molto male accettata. Ai pazienti che mi chiedono di essere rassicurati posso solo rispondere che preferirei ricevere la terza dose il più presto possibile e che se il rapporto beneficio-rischio qualche mese poteva essere discutibile per i giovani e i giovanissimi, adesso che il rischio di una nuova ondata incombe tutti dovrebbero vaccinarsi.

Ma l'invito sempre più pressante delle autorità in questa direzione diventa un ulteriore tema di scontro e si parla, rispetto alla introduzione del green pass, di sospetta violazione del diritto individuale. Da medico preferirei parlare di doveri individuali. Da anni sono negativamente colpito dal fatto che molti miei colleghi non si sottopongono regolarmente alla vaccinazione anti influenzale. E sono ancora più critico sulle motivazioni abitualmente addotte. Le considerazioni personali spesso prevalgono e fanno scotomizzare le potenziali conseguenze della trasmissione del virus alle persone più fragili. Egoismo? Incuria? Non credo. Più semplicemente pigrizia e non adeguata attenzione al tema. Nel caso del Covid vi è bisogno di un senso di responsabilità superiore. Infatti la prevalenza, la diffusività e la gravità dell'infezione sono decisamente maggiori e allora siamo chiamati tutti a proteggere gli altri oltre che noi stessi.

Perché di fronte al Covid siamo tutti potenziali vettori e potenzialmente fragili. E, in assenza di vere controindicazioni, dobbiamo vaccinarci e non anteporre le nostre paure o scelte personali alla sicurezza degli altri.

*Direttore scientifico del Gemelli Training Center

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