Inps: "Pensioni non a rischio, i soldi ci sono". Ma gli aiuti Covid sono costati 33 miliardi

L'istituto smentisce il Comitato di indirizzo su un presunto buco nei conti

Inps: "Pensioni non a rischio, i soldi ci sono". Ma gli aiuti Covid sono costati 33 miliardi

«Non esiste alcun allarme per il pagamento delle pensioni e delle altre prestazioni dell'Inps, che possono essere finanziato attingendo, sulla base di vari strumenti che le legge mette a disposizione, a risorse dello Stato». L'istituto nazionale di previdenza guidato dal grillino Pasquale Tridico smentisce l'allarme lanciato dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'ente (Civ), Guglielmo Loy, su un presunto buco da 16 miliardi nei conti. Nel corso del 2020, ha ricordato l'istituto, «il legislatore ha previsto che Inps finanziasse con proprie risorse finanziarie alcune delle misure economiche finalizzate al contrasto degli effetti economici della pandemia (cassa integrazione ordinaria, assegno di solidarietà, Naspi, indennità di malattia, ecc.)». Nel 2021, quindi, non dovrebbero esserci problemi perché le risorse saranno recuperate tramite trasferimenti pubblici. In particolare, è stato ricordato che alla data di ieri, Inps ha gestito circa 3,56 milioni di domande di cassa integrazione per emergenza Covid da parte delle aziende, e ne ha accettate oltre 3,20 milioni, ovvero il 97,3%. Per quanto riguarda i pagamenti ai lavoratori, l'Inps ha gestito ad oggi oltre 17 milioni di operazioni di pagamenti diretti, rivolti a 3,6 milioni di lavoratori, e oltre 10 milioni di pagamenti a conguaglio dopo anticipo alle aziende per 3,4 milioni di lavoratori, con un esborso complessivo, ad oggi, di quasi 20 miliardi di euro per Cig Covid. Complessivamente, durante la pandemia, sono stati pagati 15 milioni di cittadini, per tutte le prestazioni Covid, per oltre 33,5 miliardi di euro.

Eppure Loy in un'intervista a Repubblica aveva sottolineato che «c'è un buco di quasi 16 miliardi nel bilancio, creato proprio dalla Cig Covid: il legislatore dovrebbe intervenire prima di mettere a rischio la sostenibilità e dunque le prestazioni di Inps». L'ex segretario confederale Uil aveva poi lamentato che «due mesi per ricevere la cassa integrazione sono troppi, dovremmo scendere a uno; il sistema informatico non è stato tarato per lavorare milioni di domande».

«Basta con gli inadeguati grillini al vertice dell'Inps», ha protestato il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ricordando che al 31 dicembre scorso «le domande ancora giacenti per la cassa integrazione ordinaria erano 33mila pari a circa 300mila lavoratori; per il Fondo integrazione salariale le domande giacenti erano 33mila pari a circa 240mila lavoratori; per la

cassa in deroga le domande giacenti erano 109mila pari a circa 400mila lavoratori». In totale si tratterebbe di circa un milione di lavoratori in attesa». E la crisi alle viste non sembra promettere miglioramenti in materia.

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