"Ti hanno ammazzato il fratello, cazzo... non ti basta?". È il post che la signora Eleonora Elvira Zanrosso, nei concitati giorni della formazione del governo gialloverde, aveva scritto sui social per criticare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo che il Capo dello Stato, negli ultimi giorni maggio 2018, aveva respinto la nomina di Paolo Savona a ministro dell'Economia. Un messaggio che alla 68enne Zanrosso, residente a Bologna, potrebbe costare fino a 15 anni di reclusione La donna, infatti, è tra le 9 persone che potrebbero andare a processo per vari reati: non solo offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica, ma anche attentato alla libertà e istigazione a delinquere. Se fosse riconosciuta colpevole per tutti questi reati (e venisse condannata alla massima pena prevista dal Codice penale) le si potrebbero aprire le porte del carcere.
Resasi conto della situazione, la donna ha deciso di parlare con i pm della Procura di Palermo, che aveva aperto un fascicolo sulle decine di gravi insulti comparsi online a fine maggio dell'anno scorso. Delle 39 persone - tra i 30 e i 74 anni - iscritte nel registro degli indagati, 30 sono ancora sotto inchiesta, mentre 9 rischiano a breve l'imputazione.
Tra loro proprio la signora Zanrosso, l'unica, per il momento - scrive Repubblica - che ha avuto il "coraggio" di metterci la faccia, chiedere scusa e confessare tutto. In un mare di lacrime. "La supplico - ha detto al pm Gery Ferrara - deve aiutarmi a chiedere scusa al presidente Mattarella. Ditemi come devo fare, mi butto in ginocchio. Perché l'ho fatto? Era un periodo molto caldo - ha continuato - in cui gli animi erano surriscaldati da alcuni parlamentari dei Cinque Stelle di cui ero simpatizzante. Mi sono lasciata contagiare stupidamente da questi fatti. Io - ha aggiunto sconsolata - che sono madre, nonna, amante della pittura e degli animali".
L'anziana hater si è detta sinceramente pentita di quanto scritto a Mattarella: "Non dormo più la notte da quando mi sono resa conto di cosa ho fatto. Non dovevo insultare in quel modo su Facebook il Capo dello Stato", ha aggiunto la signora Zanrosso. Che, successivamente, ha giustificato la pesante offesa a Mattarella col fatto di avere "quasi 70 anni" e di fare parte "di quella generazione che non è certo composta da geni della tastiera. Ho la terza media, sono istintiva". Dunque, sarebbe stato l'istinto a farle digitare il commento contestato dai pm palermitani, in cui chiamava in causa Piersanti Mattarella, presidente della Sicilia ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980. "Voglio andare dal Presidente, voglio chiedergli scusa", l'appello finale dell'indagata ai pm.
Cosa prevede l'art. 278 del Codice penale
Fra i tre reati contestati alla signora, spicca
quello di offesa all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica. L'art. 278 C.p. recita: "Chiunque offende l'onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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