Si è riunito in sessione plenaria il Parlamento europeo, per decidere sulla sorte di Mario Borghezio, e ha decretato di non difenderne privilegi e immunità dall'accusa di avere insultato l'ex ministro Cecile Kyenge.
La vicenda su cui l'assemblea era chiamata a decidere riguardava un intervento di Borghezio alla Zanzara. Alla trasmissione radiofonica in onda su Radio24, aveva commentato la nomina della Kyenge a ministro dell'Integrazione con parole per cui era finito accusato di propaganda di idee fondate sulla superiorità e sull'odio razziale ed etnico.
"La parola 'negra' in Italia non si può dire ma solo pensare - aveva detto l'eurodeputato leghista -. Fra poco non si potrà neanche dire 'clandestino', si dirà 'sua eccellenza'".
"Un membro del Parlamento Europeo che manifesta disprezzo e odio in ragione del colore della mia pelle, non ha offeso solo me, ma i valori delle Istituzioni Europee e di tutti coloro che non riconoscono differenze e discriminano tra le persone per motivi di razza, religione o sesso", commenta la Kyenge.
"Il processo davanti al tribunale di Milano era attualmente sospeso in attesa della decisione del Parlamento europeo - ha agiunto -. Per questo la decisione del Parlamento europeo oggi dà un segnale importante che va ben oltre la mia persona: il razzismo non può essere mai strumento di lotta politica, chi vi fa ricorso disonora le istituzioni e non ha diritto ad alcuna immunità".
Il parlamento ha tolto l'immunità anche a Jean Marie Le Pen, ex leader del Fronte nazionale francese.
La giustizia francese vuole perseguirlo per incitamento all'odio razziale, per un video del 2014 in cui insultava artisti impegnati contro il suo partito, tra i quali anche Madonna. A Patrick Bruel, di origini ebraiche, aveva detto: "La prossima volta lo mettiamo in un forno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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