Ecco tutti i dem che imbarazzano Letta

Dalla rissa in strada che è costata la candidatura a Francesco De Angelis fino alle esternazioni su Israele, ecco i dem che imbarazzano Letta

Ecco tutti i dem che imbarazzano Letta

Nel Partito democratico c'è un problema evidente, che fa vacillare quella superiorità morale della quale, da sempre, i dem si fregiano. La giornata di ieri può essere definita come un piano inclinato per Enrico Letta, o un effetto domino, che dir si voglia. Fin dal mattino una serie di elementi degni di nota hanno fatto emergere criticità importanti nel Partito democratico in riferimento alle liste elettorali compilate dal segretario, con candidati che nel tempo si sono distinti per un atteggiamento ben poco democratico. E non ci ha messo poco, Enrico Letta, a stilarle, tirandosi anche dietro una sfilza di critiche da parte degli esclusi, alcuni dei quali sono pronti a fare ricorso. Ma, tra risse verbali, insulti vari e improbabili dichiarazioni su Israele, dalle parti del Pd qualche problema serio c'è. E si vede.

Il caso Ruberti

Lo dimostra il fatto che Enrico Letta ha già perso un suo candidato, Francesco De Angelis, protagonista secondario del video che vede come star assoluta Albino Ruberti, capo di gabinetto di Roberto Gualtieri, che si cimenta in una sfuriata dai contorni poco chiari. "Vi sparo, vi ammazzo. Cinque minuti, qui in ginocchio tutti e due", urla Ruberti fuori da un ristorante di Frosinone, proprio alla presenza di De Angelis, prima di aggiungere: "Me te compro? A me?...". Dirà poi che si trattava di un semplice diverbio calcistico ma tant'è: lui è stato costretto a dimettersi e De Angelis a ritirare la candidatura.

Gli attacchi a Israele

Ma, per non farsi mancare niente, il Giornale in edicola ieri ripropone un vecchio messaggio social di Raffaele La Regina, candidato del Pd in Basilicata, che tira in mezzo Israele in quello che lui definisce un "meme", se non addirittura "satira", in un successivo momento: "In cosa credete di più: legittimità dello Stato di Israele, alieni o al mollicato di Mauairedd? E perché proprio al mollicato?". Non serve commentare un messaggio simile, nonostante il tentativo di minimizzazione da parte di La Regina che, però, può deve sentirsi solo, perché tra le fila del Pd non è l'unico ad avere opinioni discutibili sullo Stato di Israele.

Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana ma candidato sotto le bandiere del Pd, nel 2018 parlava di “mattanza di palestinesi per mano del governo israeliano” e, quest'anno, di “forze di occupazione israeliane”. Susanna Camusso, invece, riferendosi a Israele parla di “Paese che calpesta ogni giorno i diritti e le vite dei palestinesi”. Ma c'è anche la giovane candidata under 35 Rachele Scarpa, che un anno fa si esprimeva sulla “politica di Israele sull’occupazione degli spazi palestinesi” e criticava il suo partito per aver aderito a una manifestazione in sostegno dello Stato di Israele, dicendo di non condividere “la partecipazione del segretario”. Pochi giorni dopo, poi, interveniva a nome del Pd “in difesa e solidarietà del popolo palestinese” per “i bombardamenti e le violenze da parte di Israele“. E fa sorridere che parla di "informazione indipendente" quando invita i suoi follower a seguire la pagina dei "Giovani Palestinesi d'Italia" per informrsi su quanto avviene nella striscia di Gaza e tra Israele e Palestina. In questa rassegna non va esclusa nemmeno Laura Boldrini, fortemente criticata dall'ambasciata di Israele in Italia, per aver invitato con la sua commissione delle ong che nel Paese di Yair Lapid viene considerata una "organizzazione terroristica".

Le offese alla religione e al centrodestra

C'è, poi, l'antologia di insulti riservata da alcuni candidati del Pd agli esponenti del centrodestra, ma non solo, che comincia con il sempreverde "imbecilli" dedicato dall'under 35 Marco Sarracino a Matteo Salvini e Carlo Giovanardi e si continua con Rosanna Filippin, che nel 2014 pubblicava un post destinato a sollevare molte polemiche nel quale, per sostenere i diritti civili, tirava in ballo la Sacra famiglia, che a suo avviso non era “prototipo della famiglia tradizionale”. Sommersa dalle critiche, rincarava poi la dose trincerandosi dietro l'ironia: "Gesù, figlio 'illegittimo' di una coppia sposata di clandestini (occupatori abusivi di capanne, per giunta). E mi dicono che c’è gente in giro che adora il Dio Po".

Per non parlare, poi, dei commenti delicati dedicati a Giorgia Meloni, da Andrea Marcucci definita “analfabeta istituzionale” mentre Laura Boldrini la mette a capo di “una destra reazionaria, retriva, oscurantista”.

Poi c'è il candidato Giovanni Vurchio, che parlando di lei in un una diretta social, sempre in nome di quella superiorità morale che vuole gli esponenti del Pd sempre in prima linea in difesa delle donne e contro il patriarcato, come amano dire loro, le fa un gentile invito: "Ma fai la casalinga per piacere".

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