Il 25 settembre gli italiani hanno cambiato per sempre la storia della Repubblica scegliendo di affidare la formazione del governo a Fratelli d'Italia, primo partito di destra a Palazzo Chigi, e a Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio in Italia. Una rivoluzione, che Bruno Vespa ha voluto celebrare anche nel suo nuovo libro, La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La azione di Giorgia Meloni, a breve in tutte le librerie. Nel volume, il giornalista ha intervistati esponenti politici di punta che hanno analizzato la situazione politica attuale del Paese, tra i quali anche Giorgia Meloni.
Il colloquio con Macron
Il primo incontro istituzionale con un leader è stato quello con Emmanuel Macron, presidente francese, nel giorno dopo il giuramento: "Abbiamo conversato per un'ora a quattr'occhi sulla terrazza dell'hotel Melià. Siamo persone che amano entrambe la franchezza e abbiamo parlato di tutto con la massima chiarezza, delle cose che ci uniscono e di quelle che ci dividono". Il premier ha spiegato di aver "illustrato la nostra decisione di difendere il marchio made in Italy" e, contestualmente, di aver "contestato l'atteggiamento predatorio che la Francia ha manifestato in qualche occasione, ho trovato una perfetta comunità d'intenti nella difesa della sovranità alimentare alla quale anche la Francia tiene molto".
Quindi, Macron e Meloni, hanno discusso di migranti, immigrazione e infrastrutture: "Gli ho detto: caro Emmanuel, tu difendi gli interessi francesi, io quelli italiani. Su certe cose andremo d'accordo, su altre litigheremo. Ma la lealtà e la franchezza potranno portare soltanto vantaggi ai nostri rapporti. L'ho trovato assolutamente d'accordo su questa linea".
La formazione del governo
Il presidente del Consiglio ha affrontato con Bruno Vespa le polemiche strumentali della sinistra in merito alla coalizione, smentendo qualunque illazione in tal senso ma senza nascondere alcune tensioni. "Non ho mai temuto davvero di non riuscire a fare un governo anche se ho preso in considerazione l'ipotesi di presentarmi in Parlamento senza un accordo preventivo con tutti gli alleati, quando alcune proposte mi sono sembrate irricevibili", ha spiegato Giorgia Meloni. Il risultato della sua azione è stata la formazione di un governo del quale il premier è pienamente soddisfatto: "Nonostante io fossi andata incontro a tutti senza sfogliare il manuale Cencelli, perché i numeri avrebbero detto altro. Ma a me interessava formare una squadra che funzionasse, un governo inattaccabile, serio, adeguato, ben calibrato. E credo di esserci riuscita".
Il rapporto con gli alleati
Giorgia Meloni ha smentito qualunque tensione con gli altri leader della coalizione, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, anche se con i due si sono necessariamente formati diversi equilibri: "Con Salvini si è stabilito un rapporto nuovo e diverso. Ha capito quel che si poteva e quel che non si poteva fare e mi ha aiutato a cercare soluzioni. In certe situazioni lui mi ha chiesto di aiutarlo, in altre io l'ho chiesto a lui". Quindi, ha aggiunto: "Franchezza reciproca senza polemiche. il fatto di non schierarsi aprioristicamente con Berlusconi mi ha aiutato molto".
Il premier ha ammesso qualche dissapore in più con il Cavaliere, "figlia del passaggio di testimone. Quando si vivono certi momenti epocali, è fatale che ci siano delle scosse".
Nulla di insuperabile, come è stato dimostrato dai fatti: "Devo riconoscergli la lucidità di capire quali fossero alla fine le priorità per non deludere chi aveva creduto in noi e nel ritorno dopo undici anni a un governo politico di centrodestra. Il suo discorso sulla fiducia pronunciato al Senato il 26 ottobre è stato bello e importante, e sono stata contenta di applaudirlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.