"Io odiato dal patrigno ho capito cos'è la vita"

Il comico: "Abbiamo perso poetica e dono. Un altro Bagaglino? Sarebbe impossibile"

"Io odiato dal patrigno ho capito cos'è la vita"

«È cambiato il mondo, è cambiata la società ed è cambiato il modo di vedere la realtà. C'è un'altra generazione. Prima la nazione era poetica, ora no». Pippo Franco, pseudonimo di Francesco Pippo, il 2 settembre prossimo compirà 81 anni. Nei giorni scorsi era a Montagnaga, frazione di Baselga di Piné, in Trentino, per il suo spettacolo La vita è arte organizzato da Il Nodo di Gordio. A cena si sposta da una sedia all'altra, si alza, scambia parole con tutti. Lo fa con arte, con eleganza, con la maestria di chi nella vita ha lavorato sodo. Lui ha fatto il cantante, l'attore, il cabarettista, il regista teatrale, il commediografo e l'umorista italiano. Che fico! è il suo tormentone senza tempo. Ma soprattutto gli anni del Bagaglino. «Erano spettacoli da 14 milioni di spettatori - ci dice ora sono impossibili da realizzare. Ci eravamo inventati questo genere del cabaret, che era l'interpretazione del nostro tempo, cioè gli aspetti paradossali di quella realtà. Ma oggi è tutto molto indefinito. Si vive di Dpcm, di governi che cambiano continuamente, non fai in tempo a stare dietro alla realtà per come cambia velocemente. Ogni giorno ne succede una. Alla fine della settimana cosa racconti?».

Non ci sono più punti di riferimento?

«Non ci sono più identità, c'è una sorta di abbandono a se stessi, gli individui prima vivevano con interesse per la vita, per l'esistenza, per la politica che li governava, ora vivono di aperitivi; gli argomenti sono diventati altri. La vita è diventata quasi esclusivamente esteriore e non interiore».

Colpa dei social?

«L'avvento dei social ha influito parecchio. C'è tutto e il contrario di tutto. Ci sono il bene e il male insieme».

Questa crisi è iniziata ancora prima del Covid?

«Certamente. La verità deve essere una. Solamente quella e non altre. L'ascolto degli altri non ha più senso, ci sono i litigi, ma il senso dell'esistenza è del tutto sconosciuto. La visione artistica della vita è sconosciuta».

Lei si rifà spesso a una citazione...

«Sì. Ad Einstein: La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un servo fedele. Abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono».

Ha una grande ricchezza interiore.

«Ho sempre vissuto nella dimensione di quello che sento. La personalità è diversa dall'interiorità. Ma l'uomo di oggi ha scambiato la personalità con l'essenza e si vive una vita esteriore».

Una volta ha detto che se non avesse avuto quel patrigno feroce sarebbe stato diverso.

«Sì, mia madre dopo la morte di mio padre (Pippo Franco era piccolo, ndr) si è risposata con un altro uomo che non mi ha mai amato. Mi ha formato molto perché mi ha dato delle informazioni che sono le difese e le aggressioni della vita. Io sono andato con tutto il mio candore, pronto ad amarlo, e lui invece ha rifiutato il mio amore ed è un'esperienza importante. Molto importante perché ti fa capire che la vita è fatta anche di questo».

E ora?

«Ora il teatro non lo faccio più perché non mi interessa. Vivo la mia esistenza. Faccio tante altre cose. E soprattutto vivo».

A un giovane che vuole fare teatro cosa direbbe?

«Che deve rispondere a due domande: chi sono e cosa ho da dire».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica