"Io sempre attenta eppure contagiata. Il Parlamento deve restare aperto"

La capogruppo: "Il virus? Preso alla Camera o sui mezzi a Milano"

"Io sempre attenta eppure contagiata. Il Parlamento deve restare aperto"

Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è chiusa nella sua casa milanese con la figlia: è positiva al Coronavirus. «Al momento non ho febbre, non ho sintomi e mi spiace di aver costretto alla quarantena anche mia figlia. Lei è negativa ma vive con me e così perderà la scuola, ma speriamo attraverso il registro on line e le amiche, di mantenerla al pari con le lezioni».

Come pensa di aver contratto il virus?

«Purtroppo alla Camera si sono verificati casi di persone positive e poiché le avevo incontrate, ho ritenuto opportuno fare il tampone».

Qualche imprudenza da rimproverarsi?

«Sono sempre stata molto prudente, ho sempre usato la mascherina e gli igienizzanti, perché ritengo la Camera un posto non dico pericoloso ma comunque affollato. Ho rispettato il distanziamento ma questo virus è insidioso, subdolo. Dobbiamo imparare a rinunciare a ciò che non è necessario».

Il medico le ha dato consigli particolari per lei e per sua figlia?

«Nulla, se non di stare in quarantena e non prendere farmaci a meno che subentri la febbre, adesso assumere solo vitamine, e non preoccuparmi perché ci sono tanti asintomatici. Poi ho il saturimetro e il termometro per controllare l'ossigenazione e la temperatura».

In Parlamento ci sono numerosi politici positivi. Crede ci sia un problema di sicurezza alla Camera?

«È un luogo di lavoro come moltissimi altri. Siamo persone che viaggiano, si spostano, incontrano persone. Non vorrei fare allarmismo sulla Camera: potrei averlo preso lì, come è successo a tanti in ufficio, ma potrebbe essere capitato sui mezzi pubblici a Milano. Il virus è molto contagioso».

Oltre a lei sono positivi anche Crippa dei 5S e Lollobrigida di Fdi. C'è un'emergenza nella conferenza dei capigruppo?

«No, mi pare che anche gli altri presidenti di gruppo stiano bene. La conferenza può funzionare ugualmente».

C'è chi nel Pd propone di votare da remoto se non per casi eccezionali. Che ne pensa?

«Come si è dimostrato ieri, quando Italia viva ha chiesto il rinvio del voto su un punto importante come le riforme, credo che la maggioranza cerchi di nascondere i problemi politici e le divisioni interne dietro il voto da remoto e anche dietro l'allarme sanitario. Certamente bisogna monitorare l'andamento del virus, ma noi, come centrodestra, siamo contrari al voto da remoto. La chiusura della Camera sarebbe un fatto estremamente grave».

Il governo prepara nuove misure e c'è chi teme lockdown.

«A questo secondo appuntamento il governo si è presentato impreparato. Se un grado di improvvisazione era comprensibile all'inizio della fase 1, adesso i ritardi di questi mesi si vedono: per i tamponi ci sono ore di code ai drive in, non è stato attivato il Mes e così mancano fondi per la telemedicina, la app immuni non funziona, i tracciamenti non sono stati organizzati, il vaccino anti-influenzale non si trova».

Si moltiplicano i casi di classi in quarantena o, peggio, in confusione.

«Prima di arrivare a De Luca che ha chiuso le scuole, dico meglio Zaia che propone un mix tra lezioni a distanza e in presenza, scaglionamenti di entrate e uscite, con didattica on line anche per le università tranne che per le matricole».

Il coprifuoco serale può essere d'aiuto?

«Il centrodestra è contrario.

Credo che la sera i ristoranti e i locali notturni siano già poco affollati. Bisogna trovare un equilibrio con le esigenze delle attività economiche. Ci aspettano mesi difficili. Dobbiamo rinunciare al superfluo per evitare il lockdown».

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