Solita ipocrisia di sinistra: non condannano lo stupro ma accusano la Meloni

Da Enrico Letta in giù, gli esponenti dem alzano la voce per criticare Giorgia Meloni che ha condiviso il video. Ma loro nemmeno condannano lo stupro

Solita ipocrisia di sinistra: non condannano lo stupro ma accusano la Meloni

Le immagini dello stupro di Piacenza compiuto da un 27enne richiedente asilo originario della Guinea sono sconvolgenti. Un uomo, svegliato dalle urla della vittima, una 55enne ucraina, ha prima chiamato le forze dell'ordine e poi ripreso tutto con il suo telefono. Quelle immagini hanno iniziato a girare sui telefonini e sono arrivate anche alla nostra redazione. Noi, per correttezza, abbiamo deciso di non pubblicare il video per rispetto della donna. Ma c'è chi l'ha fatto, ovviamente con tutte le accortezze del caso per rendere irriconoscibile la donna e il suo aggressore. Non sta a noi giudicare se sia giusto o sbagliato farlo, ognuno si muove in base alla sua sensibilità. Quel che non è accettabile sono le lezioni che arrivano da sinistra, da parte di chi sta facendo campagna elettorale accusando il centrodestra di fare campagna elettorale su quelle immagini.

Che oggi Enrico Letta salga in cattedra e, intervistato in radio, punti il dito contro Giorgia Meloni (che ha pubblicato il video accuratamente coperto), invitando "tutti a fare una campagna elettorale sui confronti, non si può essere irrispettosi dei diritti delle persone", non è accettabile. Lui, che ha improntato la sua campagna elettorale sull'assenza di contenuti, oggi chiede al centrodestra di confrontarsi? Ma, soprattutto, Enrico Letta ha avuto un giorno intero per esprimere la sua solidarietà nei confronti di quella donna così barbaramente stuprata ma mentre già si diffondeva la notizia della violenza, lui sui social rilanciava la morte di Lorenza Carlassare e retwitta Mauro Berruto, che parla di sport e attacca Giorgia Meloni con un pallone da pallavolo in mano.

Ma il tempo per dimostrare pubblicamente la propria vicinanza alla 55enne ucraina l'hanno avuto tutti dalle parti del Pd, non solo Letta. Eppure, gli unici commenti da quella parte sono arrivati dopo la pubblicazione del video da parte di Giorgia Meloni. Non un parola spesa per quella donna e non un monito di condanna per quell'uomo: niente. Sandra Zampa, responsabile dipartimento Salute del Pd, si interroga sull'eventuale omissione di soccorso da parte di chi ha girato il video. Prima di scandalizzarsi a favore di social parlava di Fondo sanitario. Non costava niente scandalizzarsi, sempre via social, anche per lo stupro.

E come lei anche altri. "La campagna elettorale dovrebbe essere un momento in cui si discute con i cittadini del futuro che si immagina per l'Italia. Sta diventando invece l'occasione di mostrare sui social il video di uno stupro", scrive Lia Quartapelle, deputatata del Pd. Anche in questo caso, nessun messaggio in solidarietà di quella donna e nessuna condanna per quell'uomo. E fa sorridere che ora invochino la discussione con i cittadini sul futuro dell'Italia, loro che, ieri come oggi, non fanno altro che attaccarsi a Giorgia Meloni per fare la propria campagna elettorale. Anche Carlo Calenda s'è svegliato sul caso solo per attaccare Giorgia Meloni, senza un minimo di empatia nei confronti della vittima.

Ed è quello che sostiene la stessa Giorgia Meloni in un post condiviso sui social in risposta a Enrico Letta: "Non consento a Enrico Letta di diffondere menzogne sul mio conto e fare bieca propaganda sul gravissimo stupro di Piacenza. Il video pubblicato sui miei social è oscurato in modo da non far riconoscere la vittima ed è preso dal sito di un importante quotidiano nazionale, a differenza di quanto da lui sostenuto". La leader di Fratelli d'Italia, quindi, affonda il colpo: "Questi metodi diffamatori e che distorcono la realtà sono ormai caratteristici di una sinistra allo sbando, lo sappiamo tutti da tempo, ma a tutto c'è un limite. Soprattutto quando si parla di stupri e violenza sulle donne. E mi vergogno francamente di leader politici che mentre usano uno stupro per attaccare me non spendono una parola di solidarietà per la vittima, evidentemente per paura di dover affrontare il tema dell'emergenza sicurezza aggravato".

Sarebbero stati più credibili se avessero condannato lo stupro, compiuto da un immigrato della Guinea nei confronti di un'altra immigrata dell'Ucraina, non come gesto politico ma come mero gesto di umanità. Ma, forse, non era conveniente per la loro campagna elettorale mostrare la barbarie di un richiedente asilo.

Però lo è fare campagna su chi denuncia, appellandosi a temi morali: non è anche questa campagna elettorale? E solo dopo la replica di Giorgia Meloni, che ha smascherato l'ipocrisia della sinistra, dalle parti del Partito democratico sono cominciate ad arrivare le prime dichiarazioni di solidarietà verso la donna. A 24 ore di distanza dalla denuncia dei fatti.

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