L'università islamica abusiva

Il progetto di un imprenditore salentino convertito ad Allah: "Siamo in attesa del riconoscimento del ministero dell'Istruzione". Intanto a Lecce via ai primi corsi

L'università islamica abusiva

da Lecce

C'è un progetto ambiziosissimo, un terreno impegnato, dei palazzi su cui pende una trattativa, dei corsi di lingua araba già partiti e dei corsi di teologia (che sforneranno imam) in partenza. Ma non c'è ancora il via libera del Miur (la domanda al Ministero di fatto non è stata formalizzata), e non ci sono – a quanto se ne sa – neppure i soldi, fiumi di soldi, che dovrebbero arrivare dai paesi del Golfo.

«Abbiamo creato davanti ad un notaio la fondazione “Università islamica di Lecce» che è l'ente promotore dell'università stessa. Si tratta del primo step per avviare l'iter di riconoscimento al Miur», sottolinea Giampiero Khaled Paladini, imprenditore salentino convertitosi all'Islam e a capo di Confime, il Consorzio imprese del Mediterraneo, che ha intrapreso quest'avventura.

«Tra gli ispiratori c'è Vittorio Sgarbi -– racconta -– perché l'idea è nata quando mi ha voluto come suo consulente per i rapporti col mondo arabo mentre era sindaco di Salemi».

«Una domanda vera e propria per il riconoscimento al Miur non è stata presentata anche perché le pratiche sono già chiuse -– sottolinea Paladini - dobbiamo aspettare gennaio dell'anno prossimo. Fino a quel momento bisogna mettere a punto alcuni tasselli importantissimi tra cui le sedi e il piano didattico. Abbiamo stabilito quale sarà il percorso formativo. Per adesso proponiamo dei corsi interni che non hanno bisogno di passare al vaglio del Miur e che partiranno a settembre. Alcuni Master saranno avviati nel gennaio del 2016 in collaborazione con altre università italiane. E poi, finalmente, se dio vorrà, entro il 2016/2017 dovremmo ottenere il riconoscimento ed avviare le pratiche per l'istituzione delle facoltà che saranno tre: scienze umanistiche; agraria, ambiente e territorio; medicina e scienze infermieristiche, novità assoluta sul territorio. Anche qui stiamo avviando una serie di contatti e partnership con strutture sanitarie italiane, nelle quali gli studenti avranno la possibilità di svolgere attività di formazione pratica e laboratori. Vogliamo creare la corrispondente islamica dell'Università Cattolica di Roma e Milano, che tra l'altro ha istituito una sua sede a Ervil in Iraq lo stesso giorno in cui noi abbiamo sancito la nascita della fondazione Università islamica di Lecce».

Il campus universitario sorgerà in agro di Monteroni: un terreno, di 9 ettari, su saranno costruiti circa 50mila metri cubi di Ateneo, è già impegnato; per l'altro è in corso la trattativa che si concluderà a giorni. Qui sorgono dei palazzi in passato adibiti ad Università (ex facoltà di Giurisprudenza). Per collegare le due aree sarà realizzato, secondo quanto spiega l'imprenditore, un ponte o un sottopasso.

Un'opera maestosa per cui servono circa 45 milioni di euro, a cui bisogna aggiungere 35 milioni di costi di gestione all'anno, che cresceranno con la realizzazione del college per ospitare gli studenti, e il rettorato, che sarà istituito in una (non meglio precisata) villa leccese.

«Ma non sono tanti soldi se pensiamo a i partner che stiamo coinvolgendo per l'operazione. Con questi partner - spiega l'imprenditore - l'accordo di massima c'è, se no sarei un pazzo ad avviare un'iniziativa del genere. Ma, dal momento che nessuno nel mondo arabo crede che in Italia possa nascere un'Università di questo tipo, tutti danno la disponibilità, ma prima vogliono avere la certezza della fattibilità del progetto».

I nomi ancora non

si possono fare: «Non si tratta soltanto di compagnie petrolifere legate agli Emirati arabi, ma anche di grosse istituzioni bancarie. L'area di riferimento è Golfo, ma non ci fermiamo lì». È questa la promessa di Paladini.

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