Italicum 2.0, l'ultimo testo Pd rilanciato dal M5S

Ripartire dal Legalicum e dall'Italicum 2.0 per fare una sintesi tra le due proposte e arrivare così ad una nuova legge elettorale. Il testo Pd rilanciato dal M5S

Italicum 2.0, l'ultimo testo Pd rilanciato dal M5S

Ripartire dal Legalicum e dall'Italicum 2.0 per fare una sintesi tra le due proposte e arrivare così ad una nuova legge elettorale. Un lavoro che deve essere portato avanti in commissione Affari costituzionali della Camera.

Ad indicare al Pd quale potrebbe essere il percorso è il Movimento 5 Stelle. I pentastellati, accanto alla loro proposta, ovvero il Legalicum - la legge elettorale valida per la Camera così come modificata dalla sentenza della Consulta - propongono di ripartire dall'ultimo testo targato Pd e depositato in commissione lo scorso 13 marzo del 2017, ad opera di tre parlamentari renziani, Fregomeli, Malpezzi e Rotta.

In sostanza, i tre parlamentari dem ripropongono l'Italicum modificato sulla base delle osservazioni fatte dalla Consulta stessa, rinominato proprio per questo "Italicum 2.0". Da segnalare, innanzitutto, la riproposizione del ballottaggio. Si tratta di un sistema maggioritario, ma qualora nessun partito dovesse vincere, allora scatterebbe il proporzionale puro. Quanto al secondo turno, viene introdotta la soglia minima del 20% per potervi accedere.

Inoltre, viene previsto un quorum di validità del ballottaggio, pari al 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Il ballottaggio scatta se nessun partito o lista raggiunge il 40% dei voti sia al Senato che alla Camera, soglia necessaria per poter ottenere il premio di maggioranza. Il premio resta alla lista e non viene assegnato alla coalizione, come chiesto ora da diverse forze politiche. La soglia di sbarramento in ingresso è del 3% e viene uniformata per i due rami del Parlamento.

Se invece nessun partito "vince" al primo turno, si svolgerà il ballottaggio: chi ottiene il 37% in entrambe le Camere, incassa il 52% dei seggi. Si legge nella relazione al testo della proposta di legge, presentata dai tre renziani: "Nella sentenza la Consulta, pur censurando il turno di ballottaggio come era previsto" dall'Italicum entrato in vigore nel luglio del 2016, "non ha precluso in termini assoluti la previsione di elezioni organizzate in più turni elettorali, purchè il sistema tenda a garantire, da una parte, la governabilità e, dall'altra, la rappresentanza di partiti o gruppi politici anche minori".

La soglia per ottenere il premio di maggioranza resta al 40%, ma scende dal 40 al 37% nel caso di ballottaggio. Il secondo turno elettorale, si legge ancora nella relazione, è "finalizzato a mantenere una connotazione maggioritaria del sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica con la riduzione della soglia minima (del 37 per cento) per l'assegnazione del premio di maggioranza del 52 per cento dei seggi; al fine di contemperare il principio di governabilità con il principio di rappresentanza, l'estensione della partecipazione al secondo turno a tutte le liste che superino la soglia del 20 per cento: la scelta è legata alla considerazione che in sistemi non bipolari si prevede una forte contendibilità del premio di maggioranza al secondo turno, che non può escludere a priori formazioni politiche forti di un significativo consenso elettorale; l'introduzione di un quorum di validità al secondo turno (50 per cento più uno degli aventi diritto al voto), è al fine di collegare l'assegnazione del premio di maggioranza a un minimo livello di partecipazione elettorale".

L'Italicum 2.0 prevede inoltre un'applicazione omogenea dei sistemi elettorali della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, "con conseguente pieno riconoscimento del premio di governabilità, a fronte di un programma di governo omogeneo che deve superare due passaggi elettorali e raggiungere una soglia minima nell'elezione di entrambe le Camere". Altro dato importante è che "solo nel caso in cui non superino le soglie previste, le maggioranze di governo si formeranno in Parlamento.

Conseguentemente, in ordine all'attribuzione del premio di maggioranza e per garantire l'omogeneità del rapporto maggioranza-minoranza, si ritiene opportuno condizionarne l'attribuzione, in entrambe le Camere, al raggiungimento contestuale del 40 per cento (37 per cento al secondo turno) dei voti validi da parte della lista, su base nazionale e distintamente, nell'elezione sia della Camera dei deputati, sia del Senato della Repubblica".

Infine, "solo se nel secondo turno elettorale nessuna forza politica raggiungesse la soglia per l'assegnazione del premio di governabilità, la distribuzione dei seggi parlamentari avverrebbe in termini proporzionali secondo i risultati del primo turno elettorale".

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