Il gregario Conte (foto) prova a uscire, con la lettera al Corriere della Sera sullo Ius Scholae, dal cono d'ombra nel quale l'ha relegato Elly Schlein. La mossa dell'ex premier appare quasi disperata, l'estremo tentativo di riprendersi quel ruolo di «fortissimo punto di riferimento dei progressisti», che Zingaretti e Bettini (sbagliando le previsioni) ipotizzavano per l'avvocato del popolo. Quando ormai il dibattito sullo Ius soli è esaurito, ecco che Conte estrae il colpo a sorpresa, sperando di mettere il cappello sul tema: «La soluzione dello ius soli voluta dal Pd e da altri partiti di sinistra non gode del necessario consenso parlamentare ma sarebbe irragionevole per questi partiti rifiutare la soluzione meno radicale, ma più equilibrata dello ius scholae. Insomma, ci sono i numeri».
E poi l'annuncio: «Con il Movimento 5 Stelle, alla ripresa dei lavori parlamentari, proveremo a spingere». L'uscita di Conte, che rifila un colpetto al Pd, diventa però subito un autogol. Davide Faraone, capogruppo Iv alla Camera, ricorda: «Nel 2016 il M5s (di cui fa parte Conte) si astenne sullo Ius Scholae voluto da Renzi». Al netto del precedente del 2016, Conte soffre la nuova dimensione di gregario di Schlein nel campo largo. Il M5s è ormai socio di minoranza del Pd. Svanito il sogno di essere davvero il punto di riferimento dei progressisti italiani l'ex premier deve accontentarsi della lettera al Corriere. Purtroppo (per lui) le Europee hanno consegnato nelle mani di Schlein e del Pd il timone del campo progressista. A conferma di ciò l'atteggiamento rinunciatario del M5s nelle trattative per le Regionali in Umbria, Liguria ed Emilia Romagna. In pratica, i grillini si sono accodati alle scelte dei dem già in due regioni su tre. In Liguria manca solo l'annuncio: l'ex ministro Pd Andrea Orlando sarà in campo con l'appoggio del M5s. L'accordo è blindato dopo il colloquio (svelato da Il Giornale) tra Conte e Orlando. In Emilia Romagna, la guida della coalizione (con Renzi e Calenda dentro) è andata al candidato di Schlein: Michele De Pascale, sindaco di Ravenna. In Umbria i dem schierano Stefania Proietti, sindaco di Assisi. Tra l'altro su Proietti c'è un giallo: risulta iscritta al partito Verde è Popolare di Gianfranco Rotondi. Anche in questa trattativa il ruolo di Conte è stato quello di gregario di Schlein, accettando l'indicazione del Nazareno. In Liguria tutto pronto per Orlando. E il M5s? L'appiattimento sul Pd sta dando forza alla fronda guidata dall'ex sindaco di Roma Virginia Raggi, tra gli ispiratori della linea anti-campo largo.
Soprattutto la variabile Raggi in chiave anti-Pd diventa una minaccia per Conte in vista della costituente. L'ex sindaco di Roma non ha mai digerito l'endorsement di Conte per Gualtieri al ballottaggio. Ora vuole regolare i conti.
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