Nessuno più di chi scrive, che da militare l'ha indossata per un anno, ha un altissimo rispetto per la divisa dei Carabinieri.
Fine della premessa. Svolgimento.
Noi non sappiamo se la gazzella abbia toccato la moto su cui fuggiva il ragazzo morto al Corvetto, a Milano. Forse non c'è stato contatto; forse sì, involontario; o forse intenzionale. Lo valuteranno i periti e lo deciderà un giudice.
Difficile schierarsi. Però, pur essendo predisposti a un sano populismo giornalistico, e pur percependo l'umore del Paese, quando ieri abbiamo sentito un parlamentare ala vannacciana della
Lega, barese di nascita e padano di rinascita proporre un «diritto allo speronamento», beh il nostro sovranismo ha vacillato. Sì, lo sappiamo che «se non ti fermi e scappi, quello che succede dopo è colpa tua»; e sappiamo che il ragazzo era pregiudicato. Ma il «diritto allo speronamento» è troppo. No: decliniamo la proposta.
Poi, certo, restano tante domande. Come si può fermare, allora, chi non rispetta l'Alt? Perché si può speronare una motovedetta della Guardia di Finanza ma non la moto di uno spacciatore? Perché negli Usa o in Francia la cosa è lecita e qui no?
Però, noi che non sopportiamo lo Stato etico ma crediamo ancora un po' allo Stato di
diritto, sappiamo che ci sono momenti in cui a fermarsi dev'essere l'Autorità. Per evitare scusate il buonismo che non ci appartiene che dal diritto di «speronamento» si passi, già alla prima curva, a quello di «sparamento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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