Johnson&Johnson: ecco 184mila dosi. Ma tra gli over 70 è coperto solo il 2%

Dalla prossima settimana il siero monodose J&J, in distribuzione anche un milione di Pfizer. Ma la campagna stenta: vaccinato meno di metà degli over 80. Nodo seconda dose, docenti al ministero

Johnson&Johnson: ecco 184mila dosi. Ma tra gli over 70 è coperto solo il 2%

Più della metà degli over 60 non ha ricevuto neppure la prima dose di vaccino. Si tratta di un bacino di circa 20 milioni di persone, il 33 % degli italiani, mentre la prima dose è stata somministrata in questa fascia d'età, dai 60 in su, a meno di 8 milioni di cittadini. Non stupisce quindi l'allarme lanciato dal premier Mario Draghi sulla necessità di proteggere i più esposti, anziani e fragili, recepito nell'ordinanza del commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che indica come priorità assoluta la popolazione over 80 e i più vulnerabili procedendo sempre per fasce d'età decrescenti.

La popolazione anziana più a rischio è ancora scoperta e paga gli errori di una gestione della campagna vaccinale poco omogenea sul territorio, compromessa da una cronica mancanza di dosi ma anche da scelte inopportune come quella di procedere per categorie e non per fasce d'età. Criterio che semplifica e velocizza le procedure. Tra gli over 80 ha già ricevuto la seconda dose meno del 40 per cento nella media nazionale. Si va dal 62,32 di Bolzano al 23,14 della Sardegna. Il Lazio è al 49 mentre la Lombardia è al 37. Dati negativi per la popolazione tra i 70 e i 79 anni: vaccinato il 2,48 per cento e solo il 19,8 ha ricevuto la prima dose.

Occorre riconoscere che il cambio alla guida del piano vaccini ha velocizzato le somministrazioni come sottolinea, Giorgio Mulè, Forza Italia, sottosegretario alla Difesa. «L'obiettivo che il generale Figliuolo si era dato e cioè quello di raggiungere le 300.000 somministrazioni al giorno nei primi 10 giorni di aprile è stato raggiunto: più 2 milioni di vaccini fatti in una settimana», sottolinea Mulè. La spinta alle somministrazioni arriverà con la distribuzione in settimana alle regioni di un milione di fiale di Pfizer mentre entro la fine di aprile Johnson e Johnson dovrebbe consegnare 400mila dosi. Soltanto 184mila però in questa settimana. Il monodose potrebbe imprimere un'accelerata alla campagna se arrivasse in dosi massicce perché facilmente gestibile: potrebbe essere somministrato in farmacia.

Troppa incertezza nelle consegne per l'assessore alla sanità della Lombardia, Letizia Moratti. «Siamo coperti fino alla fine aprile ma per maggio non abbiamo avuto alcuna programmazione».

Ora però si teme il caos conseguente alla raccomandazione di somministrare Astrazeneca soltanto agli over 60: sia per le prenotazioni per la prima dose già effettuata con Astrazeneca per cittadini più giovani (molti rinunciano) sia per i richiami, che interessano oltre due milioni di vaccinati con Astrazeneca. Di questi circa la metà sono docenti e personale scolastico. Il 70 per cento degli insegnanti, in tutto circa 900mila, ha avuto la prima dose. Come proseguirà per loro la campagna? Che scelta faranno i professori più giovani per il richiamo? Preoccupazione viene espressa dai sindacati scuola che domani incontreranno Luigi Fiorentino, capo di Gabinetto del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Sul tavolo la richiesta di chiarimenti sui «possibili effetti collaterali del vaccino AstraZeneca e sul «prosieguo delle vaccinazioni, tempi e modalità, alla luce dell'ordinanza del generale Figliuolo». Un nodo da sciogliere subito: da domani 6,6 milioni di studenti saranno in classe in presenza: 8 su 10.

Vogliono risposte anche i rappresentanti delle Forze dell'Ordine a cominciare dalla Polizia penitenziaria.

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa che chiede di proseguire con la profilassi prioritariamente nelle carceri perché luoghi chiusi ad altissimo rischio di diffusione del coronavirus. Su questo fronte l'assessore alla sanità del Lazio Alessio d'Amato annuncia che le 18mila dosi di J&J destinate alla regione andranno «in prevalenza alle carceri per il personale e per i detenuti».

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