Khan scioglie il Parlamento per evitare la sfiducia

Il premier accusa: "Cospirazione degli Stati Uniti". L'opposizione fa ricorso alla corte Suprema

Khan scioglie il Parlamento per evitare la sfiducia

È scontro frontale tra gli Stati Uniti e il premier pakistano Imran Khan. Il leader ha rischiato di essere sfiduciato e ha poi chiesto al presidente Arif Avi di sciogliere l'Assemblea nazionale per andare a nuove elezioni. Khan ha evitato all'ultimo minuto una mozione di sfiducia e ha accusato «potenze straniere», in particolare gli Stati Uniti, di averla ispirata. Il vice presidente dell'Assemblea, Qasim Suri, si è rifiutato di sottoporla ai deputati, definendola «contraria alla Costituzione». Poco dopo, in un discorso alla televisione di Stato, il premier ha riferito di avere chiesto al presidente del Pakistan lo scioglimento del Parlamento. La dissoluzione comporta elezioni legislative anticipate. «Chiedo alla gente di prepararsi per il prossimo voto. Grazie a Dio, una cospirazione per rovesciare il governo è fallita», ha detto Khan nel suo discorso.

L'opposizione è furiosa. Alcuni partiti hanno presentato ricorso alla Corte Suprema del Paese che sta valutando se la decisione di non consentire il voto di sfiducia contro il presidente del consiglio sia valida. Forze di sicurezza sono state dispiegate intorno agli edifici governativi e in tutta la capitale, Islamabad. La popolarità di Khan, ex giocatore di cricket, è stata gravemente intaccata dall'aumento del costo della vita, ma ha ancora un seguito considerevole. Molti dei suoi sostenitori credono alla sua versione di quanto accaduto: è vittima di un tentativo di cambio di regime da parte degli Stati Uniti. Khan, eletto per una campagna contro la corruzione e per risanare l'economia, rimane popolare tra i suoi elettori, anche se gran parte del suo sostegno è andato perso a causa dell'inflazione vertiginosa e del debito estero in aumento.

Ora tutti gli occhi sono puntati sulla posizione dell'esercito che ha aiutato Khan a salire al potere nel luglio 2018. Lo scorso ottobre, il premier ha rifiutato di firmare la nomina di un nuovo capo della potente agenzia di intelligence Isi. L'esercito ha governato direttamente il paese per più della metà dei suoi 75 anni di storia, ha rovesciato gli esecutivi democraticamente eletti e manipolato i governi dall'esterno. Ci sono stati solo due casi precedenti nella storia politica in cui i primi ministri in carica hanno dovuto affrontare un voto di sfiducia, ed entrambe le volte Benazir Bhutto, nel 1989, e Shaukat Aziz, nel 2006, ne sono usciti vincitori.

L'insistenza di Khan sul coinvolgimento degli Stati Uniti nei tentativi di estrometterlo sfrutta una profonda sfiducia tra molti cittadini nei confronti delle intenzioni americane, soprattutto dopo l'11 settembre. Washington ha spesso rimproverato il Pakistan per aver fatto troppo poco per combattere i militanti islamici e di essersi avvicinato alle posizioni di Russia e Cina.

Il Pakistan è stato anche criticato per aver aiutato i talebani mentre gli è stato anche chiesto di portarli al tavolo della pace. Secondo molti analisti il sentimento anti-americano nel paese può essere facilmente strumentalizzato.

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