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Kiev, droni sugli aeroporti russi. L'ira di Mosca: pioggia di razzi. E un missile arriva in Moldavia

Colpiti due scali militari a 400 miglia dal confine. La risposta: bombe sull'Ucraina, morti e blackout. Putin attraversa il ponte ricostruito in Crimea: "Abbiamo 21 milioni di volontari civili"

Kiev, droni sugli aeroporti russi. L'ira di Mosca: pioggia di razzi. E un missile arriva in Moldavia

Pur tra i dubbi alimentati dai reciproci apparati di propaganda, ci sono almeno fortissimi indizi che portano a un'escalation del conflitto tra Russia e Ucraina. Le forze di Kiev hanno colpito due obiettivi in Russia, ben lontano dal confine. Un fatto nuovo che spariglia le carte. L'esercito russo ha risposto con una pioggia di missili su varie città ucraine. E, fatto non secondario, un missile non si sa lanciato da chi, si è abbattuto sulla Moldavia. Ce n'è abbastanza per pensare al peggio.

Ucraina al contrattacco. La prima esplosione si è verificata nell'aeroporto militare di Ryazan, 200 chilometri a sud-est di Mosca. La prima versione fornita dai russi parlava di un'autocisterna carica di benzina che è esplosa ma nessuno ci ha creduto, non fosse altro che l'aeroporto ospita il centro di addestramento per l'aviazione a lungo raggio e gli aerei cisterna. Tanto che in serata anche Mosca ha dovuto confermare l'attacco ucraino. La seconda esplosione invece nell'aeroporto di Engels, vicino a Saratov, che ha danneggiato due bombardieri strategici Tu-95, probabilmente grazie all'utilizzo di un drone. Da quello scalo partono i bombardieri strategici utilizzati per gli attacchi sull'Ucraina. Qui nessuno ha negato che si trattasse di un attacco ucraino, anche se il governo di Kiev ha nicchiato, preso le distanze e ipotizzato un incidente ma, anche in questo caso, nessuno ci ha creduto. Un doppio attacco, mirato e strategico, che sa di novità in questo conflitto. Ryazan ed Engels si trovano infatti a circa 400 miglia di distanza dal confine con l'Ucraina, ben oltre la portata dei missili in dotazione a Kiev, con gli Stati Uniti che secondo il Wall Street Journal avrebbero modificato i razzi inviati a Kiev proprio per evitare lanci a lunga gittata. Il che confermerebbe l'utilizzo di droni armati. Non solo: proprio nelle ore antecedenti le esplosioni, l'azienda di armi ucraina Ukrobonoprom aveva confermato di aver testato con successo un drone kamikaze in grado di essere inviato anche a mille chilometri di distanza.

Mentre Putin fa passerella in Crimea, percorrendo il ponte distrutto nelle settimane e ripristinato (ovviamente a favore di obiettivi e telecamere), lancia un altro proclama: «La Russia possiede un enorme esercito di volontari, composto da 21 milioni di persone», ha detto. Vero o no, subito dopo gli «incidenti», le forze armate russe hanno sferrato un altro durissimo attacco, con missili a pioggia su tutto il Paese. Uno di questi, probabilmente lanciato da una base russa, è caduto sul territorio moldavo nei pressi del confine ucraino. È successo vicino a Briceni, nel Nord del Paese, e pare che non abbia causato vittime. Ma dopo il frammento di missile caduto oltre il confine polacco delle scorse settimane, un altro elemento di tensione in un quadro già sufficientemente complesso che vede l'Ucraina pesantemente sotto attacco. Allarmi aerei sono scattati nella maggior parte delle regioni ucraine, inclusa la capitale Kiev, con i civili costretti a fuggire nei rifugi. Raid russi hanno colpito Kiev, edifici residenziali a Novosofiivka uccidendo due persone, ma sono state prese di mira anche Leopoli, Ternopil, Khmelnytskyi e Kryvyy Rih. Circa 70 i missili lanciati soltanto ieri ma secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «la difesa antiaerea ucraina ha abbattuto la maggior parte» dei missili lanciati oggi dai russi», con solo dieci di questo che sarebbero andati a segno. Resta grave il problema legato all'energia, con interruzioni al sistema elettrico che hanno colpito anche la Moldavia, già rimasta due volte al buio nelle scorse settimane.

Ma se i continui e indiscriminati attacchi russi sono ormai una drammatica abitudine, la controffensiva ucraina in territorio russo può essere una svolta nel conflitto. Due le possibili conseguenze. Lo scoprirsi vulnerabili anche dentro i proprio confini, dopo le numerose sconfitte riportate sul campo nelle ultime settimane, potrebbe portare la Russia a quei «più miti consigli» invocati un po' da tutto l'Occidente, con il Papa capofila di chi spinge per un dialogo che porti alla pace.

D'altra parte, attacchi diretti potrebbero portare anche la Russia a cancellare i residui freni a un'offensiva che vada ancora oltre gli attacchi criminali perpetrati sinora. Il che potrebbe anche significare la tanto aleggiata e temuta minaccia nucleare. Un pensiero che mette i brividi.

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