Kiev e la sfida per riprendere anche la Crimea "La guerra finirà entro la prossima primavera"

"Ritorno nella penisola a dicembre". Zelensky: "Cedere la nostra terra non è pace"

Kiev e la sfida per riprendere anche la Crimea "La guerra finirà entro la prossima primavera"

A Kiev ieri è stato il giorno dell'arrivo a sorpresa del nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak, che ha trovato giusto recarsi subito nella capitale ucraina per ribadire al presidente Volodymyr Zelensky «il continuo sostegno del Regno Unito all'Ucraina» nel suo conflitto con la Russia. La visita e l'annuncio da parte di Sunak di un nuovo pacchetto di aiuti militari per 50 milioni di sterline comprendente 125 cannoni antiaerei e tecnologia per contrastare i droni iraniani hanno messo di buon umore lo stesso Zelensky, che ha ringraziato l'inquilino di Downing Street con parole di circostanza.

Non le stesse parole di circostanza che il presidente-attore aveva usato qualche ora prima in un discorso video all'International Security Forum di Halifax postato su Telegram. «Qualsiasi concessione della nostra terra o della nostra sovranità - ha detto Zelensky - non può essere definita pace. I compromessi porteranno nuovo sangue. Una vera pace duratura e onesta non può che essere il risultato del completo smantellamento dell'aggressione russa». Zelensky ha anche fatto riferimento alla proposta di pace di Kiev in «dieci punti» che corrispondono ad altrettante «sfide che devono essere superate per il bene e la sicurezza dell'Ucraina, dell'Europa e del mondo». Il pacchetto è stato presentato all'Assemblea g enerale delle Nazioni Unite e al vertice del G20. «Chiedo ai partecipanti dell'International Security Forum di Halifax di aiutarci ad attuare questa proposta. Questa è l'unica via per la vera pace», ha concluso il presidente ucraino.

Parole confermate anche dal consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak, che su Twitter nega ogni possibilità di negoziato allo stato attuale: «Qualsiasi teoria del complotto sulla resa ucraina o sui negoziati segreti dell'Occidente con Putin non tiene conto di piccoli dettagli: gli ucraini. Simili accordi non possono essere attuati. L'Ucraina non si inginocchierà davanti ai russi. Non è una questione di politica. È una questione della nostra esistenza».

Di certo questa resistenza da parte di Kiev a ogni ipotesi di dialogo con Mosca non è solo una questione di principio. Sul campo l'«inerzia della partita» è al momento a favore degli ucraini, che tempno che i russi possano utilizzare una tregua diplomatica per rafforzare e riorganizzare le proprie truppe. Kiev ha obiettivi ambiziosi. Il viceministro della Difesa ucraino, Volodymyr Gavrylov, in un'intervista a Sky News, non ha escluso la possibilità di riconquistare ebntro la fine dell'anno la Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014. «È solo una questione di tempo e, ovviamente, vorremmo farcela il prima possibile», ha dichiarato Gavrylov, spiegando che questo potrebbe essere aiutato da «un cigno nero» all'interno della Russia, un evento imprevedibile «che possa contribuire al nostro successo in Crimea», ovvero la caduta del regime putiniano.

«Il consenso esistente nella società ucraina - ha detto il viceministro - è che bisogna andare fino in fondo, indipendentemente dal tipo di scenario sul tavolo», ha aggiunto, riferendosi al possibile uso di armi di distruzione di massa da parte della Russia.

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