L'"altro" pallottoliere: gli assenti per il virus

Irrisolto il nodo del voto dei positivi. Lega e Iv: "Covid hotel ad hoc". Pd: no a deroghe

L'"altro" pallottoliere: gli assenti per il virus

L a questione è più che mai aperta. Quanto inciderà la variante Omicron sulle votazioni per il capo dello Stato? Cosa accadrà qualora dovessero esserci tra i 40 e i 60 assenti? Sarà più difficile raggiungere il quorum dei 505 voti su 1009 per poter essere eletti nelle prime tre votazioni?

I numeri ipotizzati sono tutt'altro che casuali, anzi potrebbero essere una indicazione per difetto. Nell'ultima seduta solo alla Camera gli assenti causa Covid o quarantena per contatto con un positivo superavano quota 40. Anche per questo alcuni parlamentari avevano chiesto di evitare di convocare l'aula nella settimana che sta per iniziare per evitare trasferte, spostamenti, contatti ravvicinati e preservare così la salute dei grandi elettori alla vigilia della convocazione per il grande appuntamento quirinalizio. Una richiesta che non è stata accolta visto che a partire da domani si dovrà discutere di super green pass e si dovrà votare anche sulle pregiudiziali di costituzionalità, quindi con ulteriori occasioni di contatto.

Questa settimana sarà anche l'ultima finestra temporale per verificare se ci sia lo spazio per individuare una soluzione last minute con cui far votare i grandi elettori positivi. Fratelli d'Italia ad esempio chiede deroghe sulla quarantena, ma Pd e Leu non aprono spiragli. L'indicazione e il protocollo resta: tamponi, greenpass e addio ai catafalchi tradizionali, visto che non ci saranno le tendine di feltro e saranno aperti, più alti e lunghi. Durante la conferenza dei capigruppo nei giorni scorsi è arrivata una proposta concreta: «Allestire un Covid hotel di fronte a Montecitorio per mettere in bolla i grandi elettori positivi, ma consentirgli di votare per il Quirinale». Un'idea firmata dal capogruppo della Lega, Riccardo Molinari, e condivisa dal renziano Marco Di Maio, che ha ipotizzato «percorsi appositi per portare i positivi a esprimere il proprio voto nel cortile di Montecitorio, in una tensostruttura, senza creare focolai».

Il dilemma, insomma, è tra l'adozione di regole coerenti con quelle imposte al resto del Paese e la necessità di assicurare rappresentatività al voto per il Colle. L'indicazione è che difficilmente ci saranno deroghe e tutto resterà così com'è. Di certo ci sarà la copertura del cortile di Montecitorio per offrire maggiori spazi ai grandi elettori, mentre l'ingresso sarà consentito con il green pass semplice. Spetta a Montecitorio e al suo presidente Roberto Fico decidere su come garantire il massimo di sicurezza, dal momento che la seduta comune si tiene appunto alla Camera dei deputati. Deputati e senatori occuperanno regolarmente l'emiciclo, mentre i 58 delegati regionali assisteranno dalle tribune. Le operazioni non potranno durare oltre i 50 minuti e non ci sarà più di una votazione al giorno. Naturalmente durante questa settimana i grandi elettori attualmente positivi si sottoporranno a tamponi a cadenza regolare per certificare in tempo utile la propria negativizzazione. Anche dentro Forza Italia - che si prepara a serrare i ranghi per promuovere la candidatura di Silvio Berlusconi - non mancano i positivi. Chi ci sarà è Alessandro Cattaneo.

«Sono risultato positivo la sera di Natale e mi sono negativizzato ufficialmente il 7 gennaio. Ho trascorso le feste chiuso da solo in una stanza, ma almeno non ho avuto particolari sintomi e potrò essere presente in aula il 24 gennaio».

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