L'Economist boccia il M5s: "Non sanno governare"

Ma i dem temono la popolarità della Appendino: per lei niente Festa dell'Unità

L'Economist boccia il M5s: "Non sanno governare"

Roma Nel Pd torinese se n'è parlato e riparlato dopo che i primi di luglio il responsabile organizzativo del partito, Saverio Mazza, aveva lanciato la proposta di invitare la sindaca Chiara Appendino alla Festa dell'Unità in programma dal 1 al 12 settembre.

Ma mentre la base avrebbe pure visto di buon occhio un confronto con la prima cittadina grillina, i vertici hanno detto no, non se ne parla. Troppo popolare in questo momento la Appendino dopo l'exploit alle elezioni per rischiare che rubi la scena ad altri alla tradizionale festa del Pd. Anche se il settimanale britannico The Economist, in un lungo articolo proprio da Torino in cui si analizza la vittoria grillina alle elezioni, scrive che il Movimento 5 Stelle è «impreparato a governare». Quanto alla sindaca, il timore che qualcuno dei militanti l'avrebbe pure applaudita ha portato i big del Pd a più miti consigli. Eppure c'era stato un confronto sulla possibilità di farla salire sul palco, erano state ascoltate le motivazioni di Mazza, convinto che un faccia a faccia con chi è uscito vincente dalle urne, e con quei numeri, potesse essere utile a seppellire i veleni della campagna elettorale e a costruire un'opposizione responsabile. Ma l'eccessivo apprezzamento che sta riscuotendo l'Appendino nell'opinione pubblica ha fatto abortire la proposta, consapevoli tutti che in una città storicamente di sinistra come Torino, i Cinque Stelle hanno vinto anche con i voti di molti giovani del Pd. A questo punto meglio non rischiare scollamenti, preferibile rimanere nella tradizione con la solita sfilata di politici amici in attesa che si rimarginino le ferite elettorali.

Poi c'è Roma. Nella capitale i preparativi della Festa dell'Unità non sono neppure partiti, mentre storicamente è proprio di questi tempi che il Pd era solito organizzare la kermesse. Quest'anno niente, nessuna mobilitazione. Come se il flop elettorale avesse sopito ogni velleità di festeggiare.

Ad un certo punto sembrava addirittura che la festa sarebbe saltata. Invece ci sarà, ma a settembre, quando magari nella capitale il Pd avrà rialzato la testa dopo la batosta presa da Roberto Giachetti alle amministrative di un mese fa.

Lo slittamento ad una data più vicina a quella del referendum potrebbe anche essere strategico, per favorire la propaganda. Certo è che nel frattempo della festa nel partito nessuno parla. Non si sa nulla sulla data esatta e neppure sulla location, dopo che la solita Caracalla è stata abbandonata.

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