Jean-Paul Fitoussi è uno dei più celebri economisti francesi ed europei. Insegna a Sciences Po, a Parigi, e presiede l'Osservatorio francese sulle congiunture economiche. Intervistato da La Verità, l'economista si è scagliato contro l'Europa, le sue rigidità di bilancio e il fatto che non riesce a imparare dai suoi errori. Non una novità per il professore. Interrogato sull'establishment europeo, Fitoussi è molto netto. Non è vero che le élite hanno perso il contatto con il popolo, semplicemente non l'hanno mai avuto. "Le élite tendono a ragionare tra di loro su un'entità astratta. Si dedicano a questa loro riflessione, ma l'entità astratta a cui vogliono così bene non esiste. E da un'entità inesistente non può uscir fuori una buona politica, ovviamente".
Le élite europee "hanno dimenticato che il problema originario dell'Europa (riconosciuto da tutti: anche dagli europeisti) era e continua a essere il deficit democratico dell'Europa stessa. Badi bene: non deficit democratico dei Paesi membri, ma proprio dell'Ue". Fitoussi pone quindi un problema: "È come se l'Ue dicesse ai popoli: 'Voi siete in diritto di cambiare alle elezioni i vostri governi, ma non siete in diritto di cambiare politiche, perché non avete gli strumenti per fare questa seconda cosa'. E allora gli elettori si arrabbiano e reagiscono". Spiega a La Verità: "Alla fine il deficit democratico è tale che la gente rifiuta la situazione. Vede, se almeno le politiche europee avessero successo, allora forse sarebbe diverso. Ma qui, oltre al deficit democratico che ho descritto, c' è un fatto più grave: le istituzioni Ue vanno di sbaglio in sbaglio. Sbagliano continuamente".
E sullo scontro fra Italia e Commissione europea, Fitoussi è chiaro: "Per me la Commissione farebbe meglio a stare zitta. Se rimpiange o se non le piace il risultato elettorale in Italia, dovrebbe riflettere sul fatto che quel risultato è stato anche dovuto al fatto che le politiche europee di austerità e di sacrificio sono state sbagliate. Tu fai politiche sbagliate per anni? E allora il risultato elettorale va in direzione opposta. Per questo adesso farebbero meglio a tacere". Errori su errori, come già detto: "Pensano di mettere pressione per evitare che le cose vadano in una certa direzione, ma più fanno pressione in questo modo e più producono un risultato opposto ai loro desideri. La gente si arrabbia quando sente la Commissione parlare così".
E sulla questione deficit e debito, l'economista francese va giù duro: "Qual è il problema? Dicono che l'Italia ha un debito pubblico pari al 130% del Pil? Vero, ma la media del debito in Europa è del 100% del Pil. È una differenza così enorme? Non credo. Ancora: dicono che l' Italia ha deciso un disavanzo del 2,4%? Ma la Francia ce l' ha al 2,8! E allora Ma stiamo scherzando?"
Infine, un suggerimento
al governo di Giuseppe Conte: "Fare quello che hanno detto, rassicurando i mercati che non ci saranno 'derive' ulteriori sul debito. Rassicurando cioè che continueranno a fare quello che hanno annunciato, non altro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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