Oltre cinquecento morti in un giorno, più del 24 per cento del giorno prima, e gli infettati aumentano del 20 per cento. La Spagna piange le sue vittime per coronavirus e trema. La progressione quotidiana degli infetti oscilla con numeri ormai ingestibili dal sistema: tra i 5.000 e i 7.000 casi, per un totale già accertato che ieri toccava i 40.000, di cui 2.636 richiedono la terapia intensiva. Madrid è diventata la città al mondo in cui il virus avanza più rapido. E il Paese non è pronto.
Il contagio dilaga e il virus è ovunque; è questa la paura più grande. Nella sola regione di Barcellona, all'avanguardia come strutture sanitarie, si teme che serviranno presto 1.800 posti, il triplo di quelli disponibili. Il governo punta a realizzare uno screening a tappeto della popolazione, cominciando dalle categorie più esposte: 600.000 test rapidi, alternativi al tampone, arriveranno in settimana, ma ne sono stati ordinati altri 8 milioni, intanto oltre 5.400 operatori sanitari sono stati contagiati.
Negli ospedali manca tutto, anche i posti per i malati gravi, negli obitori manca il posto per le salme, mancano le bare e mancano anche le persone per trasportarle al cimitero. A Madrid, dopo aver convertito i padiglioni dell'Ifema, la fiera in Campo de las Naciones, in un ospedale di fortuna da 5mila posti letto, hanno raccolto l'Sos delle pompe funebri municipali, collassate sotto il peso di 150 esequie al giorno: «Chiudiamo. Manca materiale, siamo costretti a sospendere sepolture e cremazioni». Un gigantesco spazio funebre è stato allestito utilizzando una pista di pattinaggio dell'Ice Palace di un centro commerciale del quartiere di Hortaleza: 1.800 metri quadri con le salme in attesa di un funerale ai tempi del coronavirus, senza parenti e molto spiccio. Accanto ai corpi nessun parente ovviamente è stato ammesso a vegliare. Lo strazio dei parenti lasciati fuori da tutto assomiglia purtroppo a quello dei nostri cari. Tocca all'esercito occuparsi della pietosa incombenza.
Ma in questo scenario terribile, la scoperta più macabra e spaventosa, resoconto scioccante di una situazione fuori controllo, è toccata agli uomini dell'Ume, l'Unità militare delle emergenze, inviata a sanificare 300 case di riposo in due giorni: i militari hanno trovato anziani morti nei loro letti mentre altri ospiti vagavano per qualche residenza semi-abbandonata. La ministra della Difesa Margarita Robles ha informato la Procura generale dello Stato e annunciato dure conseguenze per i responsabili di maltrattamento. I responsabili delle case di riposo si difendono: il personale in servizio è dimezzato dai contagi e non è sostituito, oltre a non disporre spesso di capi di protezione adeguati e non solo, i corpi degli anziani deceduti per o con il Covid-19 non possono essere toccati né spostati, e l'attesa dei servizi funebri equipaggiati può durare giorni.
Iberia ha donato 6.000 piumini per i ricoverati in fiera e 5.500 camici all' ospedale Gregorio Marañón di Madrid; il Banco Santander ha offerto 4 milioni di euro per attrezzare 2.000 posti letto.
Il premier, Pedro Sánchez, è in isolamento, la vicepremier Calvo, è tata ricoverata. Sánchez vuole prolungare lo stato d'emergenza fino all' 11 aprile. «Questa è la settimana difficile», ha detto il capo del centro emergenza sanitaria spagnolo. Purtroppo il Paese lo sta capendo sulla propria pelle.
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