«Quella firma è mia». Spunta dal nulla, all'improvviso, una ex dipendente della cooperativa Karibù, che sostiene di aver firmato lei al posto di Liliane Murekatete, il verbale di assemblea davanti a un notaio di Latina. È l'ennesimo colpo di scena di una vicenda che sta assumendo i contorni del giallo. Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, afferma di non avere avuto ruoli gestionali nel periodo nel quale i magistrati di Latina concentrano le indagini per presunti reati di natura fiscale. Nelle scorse settimane, attraverso il proprio legale Lorenzo Borrè, Murekatete aveva chiesto ai giudici di Latina di annullare l'ordinanza restrittiva nei confronti dell'indagata, sostenendo appunto come lady Soumahoro non avesse partecipato alla gestione della cooperativa essendo in stato di gravidanza. I magistrati hanno però rigettato la richiesta, svelando il loro asso nella manica: la firma di Murekatete in quell'atto davanti ad un notaio, esattamente nel periodo in cui si concentrano le indagini. In prima battuta la difesa di lady Soumahoro ha puntato sui tabulati telefonici, per dimostrare come la donna non fosse presente al momento dell'assemblea. Ieri, all'improvviso, il colpo di scena: si sono accorti che la firma non era di Liliane ma di una ex dipendente della Karibù, H.S., originaria della Guinea, che ieri s'è assunta la responsabilità di quanto avvenuto: «La firma è la mia, non di Liliane che non era presente ha dichiarato Fu Marie Therese Mukamitsindo (la madre di Liliane, anche lei indagata, ndr) a chiedermi di firmare il foglio delle presenze anche per Liliane. Lei era assente in quanto in maternità». Sul perché abbia firmato al posto di Liliane, risponde: «Non saprei, mi è stato chiesto. Io ero arrivata tardi all'assemblea, stavo lavorando». A questo punto i magistrati di Latina hanno un nuovo capitolo di indagine da approfondire, per capire chi dice la verità e chi mente in questa vicenda.
Questa testimonianza e assunzione di responsabilità dà respiro alla tesi difensiva dell'avvocato Lorenzo Borrè sulla estraneità di Liliane Murekatete rispetto a ruoli gestionali nella cooperativa nel periodo in cui si concentrano le indagini dei magistrati. L'assemblea del 28 maggio 2019, dunque, non avrebbe visto la partecipazione di Murekatete e secondo la difesa, Lady Soumahoro non avrebbe preso parte nemmeno a un'altra assemblea, nel giugno del 2021: in questo caso i legali della donna sono pronti a presentare prove informatiche che collocherebbero Liliane altrove rispetto alla sede della assemblea della coop Karibu. «La firma che secondo alcuni giornalisti inchiodava la mia assistita non esiste.
Chi ha dato della bugiarda alla mia assistita inizi a chiedere scusa, e faccia in fretta perché la fila è lunga», afferma l'avvocato Lorenzo Borrè che ha aggiunto: «credo che questa vicenda diventerà un caso che farà scuola e spero che servirà ad essere più cauti nel tranciare giudizi su una persona che, lo ricorda la Costituzione ma anche una recente direttiva Ue, è da considerarsi non colpevole, come in effetti non è colpevole». Nel frattempo la procura di Latina prosegue nelle indagini e proprio nei giorni scorsi sono stati effettuati alcuni blitz nel Comune di Sezz in cerca di documenti utili alle indagini».
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