Lady Tosi guida la scissione: sei parlamentari via dalla Lega

La senatrice Bisinella, nuova compagna del sindaco di Verona: "Seguo il suo progetto Il partito è cambiato, altri pronti a uscire". Ma i gruppi del Carroccio non rischiano

Lady Tosi guida la scissione: sei parlamentari via dalla Lega

Roma - Prima ancora che alle urne, la scissione Tosi-Salvini potrebbe consumarsi sui banchi parlamentari. Un'ipotesi tutt'altro che «accademica». La prima a parlarne è stata la senatrice Patrizia Bisinella dai microfoni di Un giorno da pecora due giorni fa. La Bisinella è stata esplicita al riguardo. «Seguo il progetto di Flavio - spiega -, questa Lega è cambiata molto». La Bisinella, fidanzata dello stesso sindaco di Verona, ha poi spiegato che sono sei i potenziali transfughi. La Lega Nord può contare al momento su una quindicina di senatori e una ventina di deputati. Il divorzio, quindi, sarebbe tutt'altro che indolore. «Dobbiamo ancora riunirci - ha aggiunto la senatrice -. Dobbiamo riflettere a mente fredda sul da farsi». Lascia intendere, però, che il divorzio, almeno per quel che concerne lei, è ormai certificato. Il piccolo terremoto parlamentare non minerebbe la sopravvivenza dei gruppi leghisti ma segnerebbe comunque un momento importante. Tra i nomi si fanno, oltre quello della Bisinella, quelli di Raffaela Bellot ed Emanuela Munerato a Palazzo Madama e quelli di Emanuele Prataviera, Roberto Caon e del veronese Matteo Bragantini a Montecitorio.

Per loro si aprirebbero le porte del Gruppo misto. E, forse, un tiepido appoggio alla destra di governo, rappresentata dal Ncd di Angelino Alfano. Anche se manca poco al passaggio del Rubicone anti-salviniano, i sei preferiscono evitare dichiarazioni ufficiali.

L'unico a parlare, ieri, è stato Matteo Bragantini che, raggiunto dall'agenzia Adnkronos , ha evitato parole definitive: «Lavoriamo come squadra e come squadra decideremo, sarebbe irrispettoso pronunciarsi senza aver deciso la linea con gli altri». Comunque si prefigura all'orizzonte una spaccatura prima di tutto territoriale. Almeno è così che l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, interpreta il braccio di ferro tra il segretario Salvini e il ribelle Tosi. «Una politica come quella perseguita da Salvini - spiega il filosofo - ammazza la Liga Veneta. D'altra parte i lombardi hanno sempre ammazzato la Liga, a partire da Fabrizio Comencini e prima ancora Franco Rocchetta e Giuseppe Covre. Tutti quelli che hanno messo il naso fuori dalla Liga Veneta sono stati annientati dalla Lega Lombarda».

Ed è in

questa chiave che potrebbe essere letta anche la decisione di Salvini di commissariare la Liga. Oggi, durante il consiglio federale, dovrebbe infatti essere ratificata la nomina di Giampaolo Dozzo a commissario in Veneto.

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