L'agenda Berlusconi. "Il Ponte sullo Stretto: non ci fermeranno"

Il leader di Fi rilancia l'infrastruttura: "Avviata nel 2005, poi la sinistra la bloccò"

L'agenda Berlusconi. "Il Ponte sullo Stretto: non ci fermeranno"

Le tasse, l'energia, la casa e stavolta è il Ponte sullo Stretto di Messina. Le «pillole del giorno» di Silvio Berlusconi illustrano il programma di Forza Italia e presentano obiettivi precisi, in vista delle elezioni del 25 settembre.

«Questa volta non ci fermeranno. Questo è il nostro progetto, questo è il nostro impegno a cui non verremo mai meno», assicura il leader azzurro su uno dei suoi storici cavalli di battaglia. La definisce «una grande opera indispensabile per rendere più unito e più moderno il nostro Paese».

Nel videomessaggio quotidiano sui social il Cavaliere ricorda di aver sempre ritenuto che il ponte sullo Stretto fosse «una priorità assoluta e che costituisse uno dei progetti più importanti per il nostro Paese».

L'idea di collegare la Calabria e l'intera penisola alla Sicilia risale agli antichi romani, è stata di Carlo Magno e dei Borboni, poi dei governi dell'Italia unita fin dal 1866 fino a quelli del secondo dopoguerra. Tunnel a mezz'acqua, ponte sospeso, galleria sotterranea, tante le ipotesi. Ci si sono cimentati Craxi e Prodi negli anni '80, Andreotti alla fine degli anni '90, ma Berlusconi ne ha fatto una sua crociata fin dal suo primo governo e poi in quelli nel 2000, portando avanti i progetti concreti senza che si arrivasse a realizzarlo per mille difficoltà tecniche, politiche, sismiche, burocratiche, mafiose. Ora il Cav ripete: «Non ho cambiato idea. Il ponte rimane una priorità assoluta, non solo per collegare la Calabria e la Sicilia, ma per completare uno dei principali corridoi europei di traffico ferroviario e autostradale. I miei governi erano giunti ad un passo dalla sua realizzazione. Nel 2005 eravamo addirittura arrivati all'aggiudicazione dell'appalto con un bando internazionale vinto da un'impresa italiana. Oggi il ponte sarebbe già da anni una realtà, con costi molto inferiori a quelli che dovremo affrontare ora, se non fosse stato bloccato per due volte dai governi della sinistra».

Sicuro di essere ad un passo dalla vittoria, con tutto il centrodestra, l'ex premier assicura che questa è la volta buona per «dare finalmente il via alla realizzazione del ponte che collegherà la Sicilia alla Calabria apportando benefici non solo a queste due regioni, ma a tutto il Sud Italia e consentendo finalmente la realizzazione delle infrastrutture fondamentali per lo sviluppo, dalle autostrade ai collegamenti con treni ad alta velocità, autostrade e ferrovie alle quali 11 milioni di italiani hanno diritto e che aspettano da troppi anni». Di qui, sottolinea scandendo ogni sillaba, l'«imperativo categorico» di andare alle urne il 25 settembre e votare Fi.

Nel centrodestra il leader della Lega Matteo Salvini, d'accordo con Berlusconi, ha già detto che bisogna «dare via libera alle troppe infrastrutture bloccate da tempo tra cui il Ponte sullo stretto di Messina». Meno convinta la leader di Fdi Giorgia Meloni, anche per i costi di realizzazione, attorno ai 4 miliardi. E senza fondi europei, perché le risorse del Recovery Fund sono per opere fruibili entro il 2026, mentre per il Ponte sullo Stretto lungo 3,3 km sono stimati minimo 10 anni di lavori. Il progetto figura comunque nel programma della coalizione «Per l'Italia», in 15 punti. Per il Cav è un'opera-simbolo, davvero realizzabile, sulla quale vuole mettere la firma.

Già prima di Ferragosto ha sottolineato: «Grazie al nostro governo l'Alta velocità è arrivata a Salerno, accorciando l'Italia, ma la rete va estesa a tutto il Sud, raggiungere le regioni adriatiche ed estendersi fino alla Sicilia, naturalmente con la realizzazione, direi finalmente, del ponte sullo Stretto di Messina, un'opera che avevamo già approvato, già finanziato, già appaltato».

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