Laghi salati al polo sud di Marte. Conferme per la ricerca italiana

I dati radar rilevano la presenza di pozze d'acqua. "Potrebbero conservare le tracce di forme di vita"

Laghi salati al polo sud di Marte. Conferme per la ricerca italiana

C'è acqua su Marte. Si sa già da due anni, da quando è stato scoperto un lago sotto la calotta polare meridionale del pianeta e un gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato i risultati della ricerca su Science. Ma adesso sono arrivate nuove prove dell'esistenza di laghi di acqua salata intrappolati sotto il ghiaccio del Polo sud marziano. È stato un team multidisciplinare, composto da tredici ricercatori tra fisici, geologi ed ingegneri a firmare il nuovo articolo finito sulla rivista Nature Astronomy. Tra questi anche ricercatori italiani, dell'Università Roma Tre e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

La nuova scoperta conferma quello che un team guidato da Roberto Orosei (Inaf), con Elena Pettinelli (Università Roma Tre) ed Enrico Flamini (Agenzia Spaziale Italiana), aveva annunciato al mondo nel 2018, ovvero che il radar sottosuperficiale Marsis, uno degli strumenti a bordo della sonda dell'Esa Mars Express, aveva rilevato un'area di forte riflettività a circa 1,5 km sotto i depositi stratificati di ghiaccio e polvere della calotta polare meridionale di Marte. Gli studiosi hanno spiegato l'elevata intensità del segnale riflesso proveniente da un'area di circa 20 km di diametro con la presenza di un lago d'acqua il cui congelamento sarebbe stato probabilmente impedito da un'alta concentrazione di sali. Da allora il gruppo italiano, affiancato da esperti internazionali, ha continuato a lavorare per comprendere le condizioni geologiche in grado di favorire la presenza di laghi sotto la spessa coltre di ghiaccio di questa zona polare. L'articolo spiega come l'analisi dei nuovi dati radar abbia rivelato risultati inaspettati. «Non solo abbiamo confermato la posizione, l'estensione e l'intensità del riflettore individuato nel nostro studio del 2018», rivela Elena Pettinelli, che ha guidato il team insieme a Sebastian Lauro, «ma abbiamo anche trovato tre nuove aree altamente riflettenti». «Abbiamo preso in prestito una metodologia comunemente utilizzata con i radar sottosuperficiali terrestri per rilevare la presenza di laghi subglaciali in Antartide, Canada e Groenlandia, e abbiamo applicato tale metodologia all'analisi di dati Marsis. L'interpretazione che spiega meglio tutti i dati disponibili è che le riflessioni ad alta intensità sono causate da estese pozze di acqua liquida», spiega Sebastian Lauro, di Roma Tre.

«Mentre l'esistenza di un singolo lago poteva essere attribuita a condizioni eccezionali come la presenza di un vulcano sotto la coltre di ghiaccio - commenta invece Roberto Orosei, principal investigator dell'esperimento Marsis e coautore dell'articolo - la scoperta di un intero sistema di laghi implica che il loro

processo di formazione sia relativamente semplice e comune e che questi laghi probabilmente siano esistiti per gran parte della storia di Marte. Per questo potrebbero conservare ancora oggi le tracce di eventuali forme di vita».

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