Ex mangiatore di fuoco professionista, fondatore del Cirque du Soleil e appassionato di viaggi nello spazio. Da Guy Laliberté ci si sarebbe potuti aspettare di tutto: un trucco strambo, una trovata geniale in grado all'ultimo momento di tirarlo fuori dai guai. E invece no: il miliardario è stato arrestato per possesso di droga, fermato dai gendarmi della Polinesia francese con l'accusa di coltivare marijuana sul suo atollo personale di Nukutepipi, arcipelago delle isole Tuamotu, pieno oceano Pacifico. La polizia avrebbe anche trovato immagini della piantagione sul cellulare di uno dei suoi soci. La smentita di Laliberté è solo parziale: con una nota diffusa da una delle sue società ha replicato di non coltivare cannabis a scopo di spaccio ma per uso «terapeutico» e «strettamente personale». Secondo uno dei 120 dipendenti impiegati dall'uomo d'affari sul suo isolotto, però, «a Nukutepipi tutti lo sapevano».
Doveroso sottolineare, come riporta l'agenzia di stampa Afp, che Laliberté aveva effettivamente già investito nel business della cannabis terapeutica in Canada, suo Paese natale. Solo l'ultima di una serie di imprese che costellano la biografia del 60enne, passato dal guadagnarsi da vivere facendo il giocoliere e il fisarmonicista ambulante per le strade di Montreal all'essere presenza fissa della lista delle personalità più ricche del mondo stilata ogni anno dalla rivista Forbes, che stima il suo patrimonio in un miliardo di dollari.
Laliberté fondò il Cirque du Soleil insieme a un altro socio - Gilles St-Croix, anche lui artista di strada - a 27 anni, nel 1984. Quella che oggi è una delle principali organizzazioni del settore dell'intrattenimento, e il più grande circo contemporaneo, nacque grazie a uno stanziamento pubblico: il governo canadese aveva deciso di finanziare con un milione di dollari uno spettacolo da inserire tra le celebrazioni del 450esimo anniversario della scoperta del Canada. Laliberté e St-Croix persuasero le istituzioni della genialità del loro «cirque». Lo show ebbe un successo tale da diventare in poco tempo un fenomeno globale: complessivamente gli artisti della compagnia si sono esibiti a oggi di fronte a oltre 180 milioni di spettatori in 400 città sparse in tutti i sei continenti. Quattro anni fa Laliberté vendette il 90% delle quote del Cirque du Soleil a una società statunitense di private equity, Tpg Capital, e al gruppo di investimento cinese Fosun, tenendo per sé il 10% delle azioni. Al tempo la transazione aveva avuto un valore di 1,5 miliardi di dollari canadesi, pari a 1,23 miliardi di dollari Usa. Sempre nel 2015 il circo contava 4mila dipendenti, tra cui più di 1.300 artisti.
Nel mentre Laliberté è stato tutt'altro che con le mani in mano. Si dedicò al poker, arrivando tra i primi posti in tornei internazionali ma perdendo altrettanto denaro (secondo i dati delle piattaforme di gioco online Full Tilt e PokerStars si parla di 31 milioni di dollari bruciati). Nel 2009 decise di diventare il settimo turista spaziale della storia: a bordo di una navicella Soyuz russa in compagnia di alcuni astronauti professionisti, decollò dal cosmodromo kazhako di Baikonur diretto alla Stazione spaziale internazionale, rimanendo nello spazio per 12 giorni. Un regalo di compleanno per suoi cinquant'anni costatogli 35 milioni di dollari e vissuto per quasi tutto il tempo con un naso rosso da clown addosso. Durante la gita extraterrestre Laliberté portò anche avanti una campagna ambientalista in difesa delle risorse idriche del pianeta.
Tema «tremendamente serio» per il businessman, che già prima del viaggio nello spazio aveva lanciato la fondazione «One Drop» per sensibilizzare sul tema. Una vita piena - in cui hanno trovato posto anche cinque figli - ora temporaneamente in stand-by in una caserma di polizia polinesiana. Si attende il colpo di scena.
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