L'altra faccia dei Giochi Parigini in fuga e "catastrofe" inattesa per hotel e ristoranti

Arrivati i big di politica e imprese. Ma i residenti scappano dal caos. Presenze sotto le attese

L'altra faccia dei Giochi Parigini in fuga e "catastrofe" inattesa per hotel e ristoranti
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Presenti oltre cento capi di Stato e di governo, star come Celine Dion e Lady Gaga, i big di una quarantina delle principali imprese internazionali, da Elon Musk di Tesla e Twitter a James Quincey di Coca-Cola, da Joe Tsai di Alibaba a Brian Chesky di Airbnb fino a Shou Zi Chew di TikTok, che si sono attovagliati ieri all'Eliseo con il presidente Emmanuel Macron, prima di assistere alla grande cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici oggi. «Ci sentiamo pronti ad accogliere il mondo», ha assicurato l'ambasciatore francese per lo sport, Samuel Ducroquet. Eppure, mentre il gotha della politica mondiale è a Parigi (assenti Zelensky, Putin e Biden) e così anche la crème delle aziende che contano, a essere in fuga sono les parisiens, i residenti, già da diverse settimane. E come se non bastasse, ristoratori e addetti al turismo lamentano un giro d'affari ben al di sotto delle aspettative. «Non avremo l'eccesso di fatturato che pensavamo di avere e per alcuni sarà molto dura», spiega Alain Fontaine, presidente dell'Associazione francese dei maestri ristoratori, che ha affidato lo sfogo a France Info.

I preparativi per fare di Parigi un palcoscenico internazionale l'hanno resa tutta un cantiere e i disagi dei mesi scorsi e quelli previsti nei giorni «caldi» dell'evento, dall'aumento dei prezzi ai mezzi pubblici congestionati, dalle strade presidiate e blindate al boom dei turisti - hanno convinto molti parigini a scappare, anche grazie alla campagna governativa, firmata dal Comitato organizzativo, che ha sponsorizzato il telelavoro (lo smart working, come lo chiamiamo noi italiani) e che secondo il delegato al commercio del comune di Parigi, Nicolas Bonnet-Oulaldj, è stato come un invito a disertare i Giochi, quasi un messaggio della paura per i residenti, come dire: «Meglio se restate a casa». Il risultato è che «l'entusiasmo popolare» previsto dalla sindaca Anne Hidalgo, certa che sarebbe cresciuto man mano che ci si sarebbe avvicinati all'evento, non solo non ha travolto gli abitanti della Ville Lumière, ma sembra non aver trascinato nemmeno i turisti. Oggi sarà la giornata dei 300mila spettatori sulla Senna, degli 80 maxischermi allestiti per lo spettacolo memorabile con il quale il presidente Macron spera di far dimenticare i guai della politica. Ma i numeri e i portafogli degli addetti ai lavori raccontano un'altra storia. Nonostante i 15 milioni di visitatori previsti per i Giochi, il presidente dell'Unione dei mestieri e delle industrie del settore alberghiero (Umih), Frank Delvau, ha parlato di «situazione catastrofica». «In alcune zone si entra solo con la presentazione di un QR code, la circolazione è impossibile a cause dei preparativi e delle corsie olimpiche. Troppi i vincoli. Le strade di Parigi sono vuote», lamenta Delvau. Una desolazione mostrata anche dalle tv, che hanno diffuso le immagini di una capitale semideserta prima dell'inaugurazione. Oggi la città offrirà uno scenario ben diverso. Ma il bilancio complessivo non è quello che si aspettavano gli addetti ai lavori. Se i parigini scappano da prezzi alti, turisti e strade congestionate, i visitatori stranieri non stanno prendendo d'assalto la città, tanto che Air France-KLM ha parlato di «comportamenti significativi che portano a evitare Parigi».

Il tasso di occupazione degli alberghi prima dei Giochi era intorno al 50% e durante le Olimpiadi dovrebbe superare la soglia del 70%. Ma si tratta del 10% in meno dell'anno scorso. Parigi sarà sempre Parigi. Ma meglio dopo le Olimpiadi.

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