L'America al bivio

La sfida di Midterm tra Repubblicani e Dem antipasto delle presidenziali 2024. Biden: "Un voto contro le forze oscure". Trump anticipa la candidatura: "Sarà un giorno eccitante"

L'America al bivio

L'America cambia i suoi assetti politici alla luce dal voto di Midterm, da molti considerato un referendum sull'operato di Joe Biden, ma anche un termometro sulla tenuta del gradimento a destra di Donald Trump, pronto a scendere in campo per tentare di riprendersi la Casa Bianca.

Ieri si è votato per rinnovare l'intera Camera e un terzo del Senato, oltre a 36 governatori su 50, e mentre ancora si contano i voti l'attenzione è puntata sulle sfide chiave, dalla Pennsylvania all'Arizona, dalla Georgia all'Ohio, dove tra le schede inviate per corrispondenza da contare e le sfide testa a testa potrebbero volerci giorni per avere un risultato sicuro (in Michigan ad esempio si parla come minimo di ventiquattr'ore dalla chiusura dei seggi). Secondo gli ultimi sondaggi della vigilia, il presidente Usa e i democratici rischiano davvero di essere travolti dall'onda rossa: stando alla media delle proiezioni di RealClearPolitics appena prima dell'apertura dei seggi, infatti, i repubblicani potrebbero conquistare sia la Camera, quasi scontata - con il Grand Old Party in vantaggio con 227 seggi contro i 174 dell'Asinello - che il Senato, dove il Gop può ottenere 53 seggi contro 47 (la maggioranza è 51 e attualmente la Camera Alta è spaccata esattamente a metà, 50-50).

Quanto alla sfida dei governatori, per il sito di sondaggi al momento i repubblicani potrebbero arrivare ad una maggioranza di 24 contro 15. Il Gop sta guadagnando sostegno da un crescente numero di afroamericani rispetto ad altre elezioni recenti e ha migliorato la sua posizione negli ultimi mesi anche tra gli ispanici: il Wall Street Journal afferma che la percentuale di neri che sceglie un candidato repubblicano per il Congresso rispetto a uno dem è del 17%, contro l'8% nelle elezioni di metà mandato del 2018. Tra gli ispanici invece i dem avevano un vantaggio solo del 5% sui repubblicani a ottobre, contro gli 11 punti di agosto. Nel 2020 i latinos preferirono Biden su Trump con uno scarto del 28%. La prospettiva di un Senato a guida Gop, tuttavia, apre un nuovo fronte di scontro all'interno del partito, dove la leadership di Mitch McConnell potrebbe traballare. Rick Scott, ex governatore della Florida e presidente del National Republican Senatorial Committee, non esclude infatti la possibilità di sfidare McConnell, che da alleato di Trump si è trasformato in un nemico dell'ex Comandante in Capo, e ha detto di avere i voti per guidare l'eventuale maggioranza conservatrice in Senato. Nelle ultime ore prima del voto, l'attuale presidente è tornato ad attaccare l'ala trumpiana del Grand Old Party, affermando che «stiamo affrontando alcune delle forze più cupe che abbiamo mai visto nella nostra storia. Questi repubblicani Maga (Make America Great Again) sono fatti di un'altra pasta, questo non è il partito repubblicano dei nostri padri, è una cosa differente». E poi ha lanciato un ultimo appello agli elettori sottolineando che «è arrivato per voi il momento di difendere la democrazia». «Sappiamo visceralmente che la nostra democrazia è in pericolo, ma noi saremo all'appuntamento. Il potere in America è là dove è sempre stato, nelle vostre mani, le mani del popolo», ha continuato Biden, dicendosi ottimista per il risultato.

Il suo predecessore, invece, sembra già guardare oltre, e precisamente al numero 1600 di Pennsylvania Avenue. Ai reporter che gli chiedevano della sua probabile ricandidatura alla Casa Bianca fuori dal seggio di Palm Beach dove ha votato, ha risposto: «Martedì prossimo farò un grande annuncio a Mar-a-Lago, sarà un giorno eccitante, spero che ci siate». Intanto stanno già fioccando le azioni legali per cancellare dal conteggio alcune migliaia di schede arrivate per corrispondenza, dalla Pennsylvania al Michigan. Mentre la Florida ha avvertito il dipartimento di Giustizia Usa che non avrebbe consentito l'accesso ai seggi agli osservatori federali. In una lettera resa nota ieri dai media Brad McVay, consigliere capo del dipartimento di Stato locale, ha sottolineato che l'ingresso dei funzionari non era ammesso dalla legge del Sunshine State, dopo che il dicastero di Merreck Garland aveva deciso di inviare i suoi osservatori in 24 Stati, tra i quali tre contee della Florida.

E alcuni repubblicani vicini a Trump - tra cui l'ex avvocato del tycoon Rudy Giuliani e uno dei suoi attuali legali, Christina Bobb - hanno già cominciato a lanciare l'avvertimento che se i risultati dovessero tardare sarebbe molto sospetto.

Questa tornata elettorale, comunque, ha già infranto due record: oltre 45 milioni di americani hanno usato il voto anticipato (modalità che tradizionalmente favorisce i dem), erano stati 38 milioni del 2018, e il denaro speso nella campagna elettorale ha raggiunto quota 17 miliardi di dollari.

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