L'ammucchiata di sinistra cala la maschera: non c'è un programma unico

Mentre il centrodestra ha già stilato un programma condiviso, l'accozzaglia rossa non è riuscita a presentarsi compatta: Letta e i suoi compagni corrono con programmi diversi

L'ammucchiata di sinistra cala la maschera: non c'è un programma unico

L'intesa raggiunta dall'ammucchiata di sinistra non si basa su un'idea di governo condivisa, ma su un inciucio elettorale per tentare di evitare il trionfo del centrodestra alle urne. Le intenzioni erano queste e i fatti lo hanno dimostrato: i partiti dell'accozzaglia rossa sono divisi in partenza e non sono riusciti a ricomporre i cocci, tanto che si presenteranno alle prossime elezioni politiche senza un programma condiviso. Ognuno con le proprie bandierine, calando così fin da subito la maschera.

Ammucchiata già spaccata

La coalizione di sinistra si sottoporrà al giudizio degli elettori con quattro forze: oltre al Partito democratico ci saranno +Europa, Impegno civico di Luigi Di Maio e Verdi-Sinistra italiana. Anche il centrodestra avrà quattro componenti (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi moderati), ma a differenza dell'ammucchiata ha già stilato un programma di governo condiviso. Un piano di ben 15 punti sottoscritto dai leader Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

La differenza è tutta qui: mentre il centrodestra è composto da forze politiche unite da una visione di Paese comune, la sinistra ha come unico collante il terrore di uscire con le ossa rotte dalle elezioni di domenica 25 settembre. L'Agi riferisce che, stando a quanto appreso dall'alleanza tra Verdi e Sinistra italiana, ogni forza politica del minestrone rosso avrà il proprio programma. Altro che unità: a sinistra regnano sovrane le divisioni e le divergenze sulle scelte per l'Italia.

L'autogol di Letta&Co

Da poco Verdi e Sinistra italiana hanno depositato al Viminale il proprio simbolo e il proprio programma. Invece il programma "Insieme per un'Italia democratica e progressista" è stato approvato all'unanimità dalla direzione nazionale del Partito democratico. Sarà soddisfatto Enrico Letta? Il segretario dem puntava molto sulla compattezza dell'accozzaglia rossa, ma il risultato è che i quattro partiti non sono riusciti neanche a trovare un accordo sul programma prima delle elezioni.

A sferrare un attacco all'indirizzo dell'ammucchiata è stato Carlo Calenda che, dopo aver provato a fare asse con Letta, ha puntato il dito verso la sinistra e ha rinfacciato la scarsa credibilità: "La coalizione di sinistra dichiara di non avere un programma unico. Ma senza programma condiviso non c'è una coalizione ma una zattera di salvataggio per ceto politico. Si confermano in pieno le ragioni della nostra uscita dalla coalizione. Troppi patti e nessun programma. Solo caos".

D'altronde Letta lo aveva già ammesso. "Non sto parlando di un accordo di governo", aveva dichiarato in conferenza stampa per annunciare l'intesa con Verdi e Sinistra italiana.

La domanda sorge spontanea: Pd&Co pensano di ottenere un'enorme fiducia dagli italiani dopo lo show di questi giorni e le spaccature evidenti in partenza? Dall'altra parte c'è un centrodestra solido, una coalizione storica (e non raffazzonata in extremis) che ha le idee chiare e condivise su come risollevare le sorti del Paese.

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