Dopo la due giorni a Lampedusa, dove è stato ospite nella villa di Silvio Berlusconi a Cala francese, Matteo Salvini decide di spingere la sua campagna elettorale sul cavallo di battaglia leghista. Attacca ancora il ministero dell'Interno di Luciana Lamorgese, che nei piani del leader dovrà tornare «alla Lega». Rivendica i risultati che aveva raggiunto quando il ministro era lui e ricorda i numeri «triplicati rispetto al 2020, Siamo passati da 14 mila del 2020 a più di 42 mila di oggi. Vorrei che i professionisti dell'accoglienza avessero visto i bimbi di 2 anni per terra, a 40 gradi, donne incinte, scene indegne». E dall'isola lancia l'idea di «un commissario straordinario che arrivi dall'Esercito o dall'Arma dei carabinieri a gestire flussi».
Dal Viminale però il ministro uscente Lamorgese non ci sta. Lei, che era stata la protagonista del patto di Malta per la ricollocazione comunitaria dei migranti - poi scaduto nel silenzio generale senza un rinnovo - ieri ha rivendicato la prosecuzione di quell'accordo. Si tratta della dichiarazione politica approvata lo scorso 10 giugno dal Consiglio europeo dei Affari interni. Un documento che prevede il ricollocamento annuo di circa 10 mila migranti «tra le persone salvate in mare a seguito di operazioni Sar nel Mediterraneo centrale e lungo la rotta atlantica occidentale e poi sbarcate negli Stati membri di primo ingresso dell'Unione». Francia e Germania - fa sapere in una nota il Viminale - hanno già dato seguito all'impegno «con la formalizzazione di un primo pacchetto di ricollocamenti che interessa i migranti sbarcati in Italia. Funzionari francesi sono stati in missione al Cara di Bari, dal 28 luglio al 2 agosto, per verificare la composizione di un primo gruppo» da ricollocare. Secondo il ministero anche le autorità tedesche avrebbero comunicato di essere pronte ad a fare lo stesso durante il mese di agosto. «È una tappa storica per l'Unione perché, per la prima volta, il principio di solidarietà nella gestione dei flussi migratori alle frontiere esterne della Ue è stato condiviso da una larghissima maggioranza di Stati membri - dice il ministro Lamorgese - È stato possibile raggiungere questo risultato grazie all'impegno della presidenza francese e della Commissione che hanno accolto in pieno le proposte avanzate dall'Italia e dall'intero gruppo Med5, composto anche da Cipro, Grecia, Malta e Spagna, determinando così un decisivo passo in avanti nel difficile compito di sbloccare la trattativa sul Patto europeo Immigrazione e Asilo». I meccanismi di redistribuzione dei migranti sono rimasti fermi per due anni, durante il Covid. Tutte le persone arrivate in Italia non sono state accolte dagli altri Paesi nel corso della pandemia. Per questo «la Dichiarazione politica del 10 giugno - continua il ministro Lamorgese - segna l'inizio di un percorso finalizzato a stabilire un giusto equilibrio tra la responsabilità e la solidarietà nella gestione condivisa dei flussi migratori.
Sono convinta che l'Unione europea abbia intrapreso la strada giusta per affrontare le sfide migratorie e umanitarie, come è stato dimostrato anche in questi mesi con la risposta, condivisa e solidale, relativa all'emergenza provocata dal conflitto armato in Ucraina che ha determinato lo spostamento di milioni di profughi in Europa».
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