Lampedusa liberata. Estate senza migranti

Hotspot chiuso per una ristrutturazione. E l'isola punta sulla stagione turistica

Lampedusa liberata. Estate senza migranti

Nuova vita per Lampedusa, che da ieri è ufficialmente off limits per gli immigrati. L'hotspot di contrada Imbriacola, infatti, è stato chiuso, ufficialmente per potere effettuare la ristrutturazione dei locali, che necessitavano da tempo di una risistemazione, soprattutto dopo l'ennesimo incendio che è stato appiccato da alcuni ospiti della struttura di accoglienza. L'ultimo gruppo di 47 tunisini è stato trasferito ieri in un'altra struttura dello Stivale. Per l'isola siciliana comincia una nuova vita.

L'estate 2018 sarà la prima esente da sbarchi. E il sindaco, Totò Martello, non nasconde la speranza che l'isola possa ritrovare la serenità da qualche tempo perduta per via di una serie di atti di microcriminalità che sono stati commessi dagli immigrati ospiti dell'hotspot. In particolare sono i tunisini quelli che, stando alle denunce del primo cittadino, hanno creato maggiori problemi agli abitanti di Lampedusa. «Non si possono lasciare a Lampedusa per due mesi e anche oltre, cento, duecento tunisini pensando che non creino disagi dice Martello -. La gente ha iniziato a denunciare. Ci sono stati appartamenti scassinati e una serie di altri episodi che hanno destabilizzato la serenità di chi vive nell'isola. Con la chiusura della struttura finisce questa disavventura legata agli sbarchi dei tunisini».

Le pressioni da parte di Martello al ministero dell'Interno non sono mancate. E l'avvio dei lavori in previsione dell'inizio della stagione estiva sembra riassumere l'utile e il dilettevole, ovvero ristrutturare perché necessario e accogliere la richiesta di Martello, consentendo a Lampedusa di prendersi una pausa e di puntare sul turismo estivo, senza doversi preoccupare ancora di immigrazione. «I lavori nell'hotspot si dovevano fare, ma non c'è dubbio commenta Martello che abbiamo richiesto più volte al ministero che venissero rispettate le regole sui trasferimenti degli ospiti della struttura di accoglienza, cosa che non avveniva con regolarità. La permanenza nell'hotspot era troppo lunga rispetto a quanto previsto dalla normativa. Non si tratta di un problema di accoglienza tiene a sottolineare il primo cittadino quanto di un problema di ordine pubblico». E aggiunge: «Il problema fondamentale non è che l'hotspot non funzionasse, ma che tutta l'isola è stata trasformata in un hotspot, in quanto non è possibile allontanarsi per raggiungere la terraferma. Da qui la nostra richiesta di regole». È su queste che conta Martello anche dopo l'avvenuta ristrutturazione dei locali. E forse auspica anche qualcosa di più, riponendo la speranza nel nuovo governo. «Aspettiamo che si insedi dice e poi avanzeremo le nostre richieste dopo avere capito quali sono le intenzioni per Lampedusa».

Si attende intanto che inizino i lavori. Il primo lotto degli interventi, che è già in fase di aggiudicazione, riguarderà la recinzione, l'illuminazione e la collocazione di nuove telecamere di videosorveglianza.

Il cantiere dovrebbe essere avviato in poco più di un mese. Si procederà per step. Il secondo lotto di lavori riguarda il rifacimento dei padiglioni e la cucina. Non si conosce ancora per quanto tempo il centro di accoglienza resterà chiuso.

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