Lo ha tenuto stretto a sé, sperando di potere raggiungere la Terra promessa, che distava solo 6 miglia dalla sua posizione. Si è guardata attorno forse, attendendo di venire salvata quando il barchino su cui viaggiava si è ribaltato, e lei, come i suoi circa 50 compagni di viaggio, è finita in acqua. Non aveva un salvagente per proteggere il suo bambino, e allora lo ha avvolto con l'amore. Il suo abbraccio resterà eterno.
Le nostre forze dell'ordine ce l'hanno messa tutta. Hanno avviato le ricerche e hanno tratto in salvo 22 persone. Poi hanno cercato e cercato ancora. Ma niente. Fino a ieri, quando una stretta al cuore li ha segnati per sempre.
I sommozzatori della guardia costiera stavano cercando il relitto. E si sono imbattuti in quell'ultimo abbraccio, quello di una madre al proprio figlio per proteggerlo, un abbraccio che resterà immortale. La piccola imbarcazione, che si è ribaltata nella notte tra il 6 e il 7 ottobre, si trova a 50-60 metri di profondità, a poche centinaia dal luogo del naufragio, e intorno ci sono 12 cadaveri. Tra questi, c'è la giovane madre che stringe al petto il figlio ancora piccolo. I corpi senza vita saranno recuperati nei prossimi giorni e proseguiranno le ricerche anche con l'ausilio di un robot subacqueo.
Sulla triste vicenda indaga il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, che ha sottolineato la dedizione della guardia costiera, malgrado l'ingente mole di lavoro non solo a Lampedusa, che non conosce sosta per via dei continui sbarchi, ma in tutto l'Agrigentino. «Ci abbiamo creduto sino alla fine ha commentato -. I nostri militari hanno messo in campo tutta la loro professionalità e il loro cuore». Queste povere vittime si sommano alle 13 (tutte donne, alcune incinte, e una bambina di 12 anni) di quella che è stata definita una «strage di donne e bambini». La Procura, che ha ascoltato le strazianti testimonianze dei 22 superstiti, tra cui una donna, che ha perso in mare la sorella e la nipotina di 8 mesi, ha aperto un'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. «L'imbarcazione non era in condizioni di affrontare la traversata ha detto Vella e nessuno a bordo sembra avesse strumenti di soccorso individuali».
Più gente tenta la traversata, maggiori sono le possibilità di naufragio. È una strage silente che bisogna mettere in conto insieme all'apertura incondizionata dei porti e alla guerra. Sono stati più fortunati 290 migranti che affollavano un barcone che è stato raggiunto dalle motovedette della guardia costiera e della Guardia di finanza italiane in acque Sar maltesi, a 32 miglia da Lampedusa. Se non fossero intervenute le nostre forze dell'ordine si potrebbe forse fare un nuovo computo dei morti, perchè le autorità maltesi erano impegnate in altri soccorsi e, per questo, hanno chiesto aiuto all'Italia. Malta, che ha recuperato 75 persone su un barcone, forse lo stesso che era stato segnalato da Alarm Phone, si è già detta indisponibile ad accogliere i 290 migranti che, pure, erano in acque Sar maltesi. Dovrebbero sbarcare a Lampedusa, che però è già in emergenza migranti.
L'Hotspot è stracolmo, visti i numerosi sbarchi autonomi del fine settimana. Spetta al Viminale l'ultima parola. I residenti (come del resto tutti gli italiani) sono gente di cuore, ma ciò non significa che non siano nauseati dalla mancanza di una vera politica sull'immigrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.